Giappone Accessibile: Tokyo in carrozzina

Condividi su:

Avete presente i kaiju, i leggendari mostri giganti giapponesi? Ecco… forse per la sua estensione smisurata, che è casa per oltre 35 milioni di persone, per la sua natura multiforme e il suo dinamismo estremo, Tokyo a me fa venire in mente un kaiju che non riposa mai. Un mastodontico “mostro” urbano il cui sistema circolatorio è rappresentato dal labirintico intreccio di strade e linee metropolitane che raggiungono ogni angolo della città e che sono i vettori della sua inesauribile energia. 

Lasciatevi travolgere da questa fantastica megalopoli, andando a caccia delle sue attrazioni ma ricordando che il suo fascino è fatto più di atmosfere che di monumenti.

Vi racconto la mia esperienza esplorativa nella capitale nipponica attraverso la descrizione dei luoghi visitati, dal punto di vista di un viaggiatore in carrozzina, come sempre faccio, senza la pretesa di fornire una guida definitiva ma piuttosto degli spunti d’interesse. Si tratta come vedrete soprattutto di un racconto per quartieri, perché Tokyo va esplorata così, in quanto non si tratta di una città “monolitica”, ma piuttosto di un insieme di microcosmi urbani ognuno con una propria fisionomia.

Come meglio descritto di seguito Tokyo ha un ottimo livello di accessibilità ♿️ per visitatori su ruote. La città è molto ben organizzata (non c’è da sorprendersi!): strade, mezzi pubblici e tanti locali e negozi sono fruibili anche in carrozzina, così come pure le attrazioni turistiche. La ragione di tanta funzionalità è da ricercasti, oltre che nella proverbiale efficienza giapponese, anche nella completa ricostruzione di Tokyo dopo le devastazioni della seconda guerra mondiale, avvenuta tenendo conto anche delle esigenze di accessibilità per tutti (ecco perché anche in edifici storici si trovano rampe e ascensori). Il resoconto della mia esperienza è suddiviso in una prima parte in cui riporto informazioni e impressioni generali sull’accessibilità, e una seconda in cui descrivo la mia visita ad alcune imperdibili attrazioni.


Impressioni Generali sull’Accessibilità

7 Cose Imperdibili (e Accessibili) a Tokyo

  1. Shinjuku
  2. Shibuya
  3. Tempio Senso-ji
  4. Parco di Ueno
  5. Palazzo Imperiale
  6. Odaiba
  7. Hibiya

IMPRESSIONI GENERALI SULL’ACCESSIBILITà


ESPLORARE LA CITTA’ SU RUOTE

Tokyo ha un ottimo grado di accessibilità per chi si sposta su ruote. Le strade e i marciapiedi sono generalmente lisci e ben tenuti, gli scivoli sono onnipresenti agli incroci stradali, e all’occorrenza sono presenti rampe e/o ascensori a raccordare aree in dislivello. Nonostante abbia visitato svariate zone della città, non ricordo particolari problemi a riguardo.


MEZZI DI TRASPORTO PUBBLICI

A Tokyo ho utilizzato quasi esclusivamente la rete della metropolitana, e in un’occasione la monorotaia, per cui le informazioni che riporto di seguito in dettaglio si limitano a questi due sistemi di trasporto. Come in tutto il Giappone, i mezzi sono puntuali e accessibili anche per viaggiatori su ruote.

Metropolitana

La rete metropolitana di Tokyo è un sistema straordinariamente esteso e complesso, in grado di trasportare ogni giorno decine di milioni di persone rapidamente da un punto all’altro della città. Il sistema è in effetti composto dalla sovrapposizione di diverse reti: vediamo di capirci qualcosa. Per cominciare ci sono le due principali: la Tokyo Metro (9 linee) e la Toei Subway (4 linee). Queste sono integrate anche con le linee ferroviarie urbane e suburbane, come quelle della JR East e di altre compagnie private. Questa interconnessione di reti permette di raggiungere non solo ogni zona di Tokyo, ma anche città vicine come Yokohama, Saitama e Chiba.

Benché tutte queste reti operino in stretta collaborazione, restano aziende separate: ciò significa che, pur condividendo molte stazioni, i biglietti possono variare e talvolta richiedere una nuova convalida. Inoltre bisogna fare attenzione: quando due linee convergono nelle mappe nella stessa fermata, non è detto che si tratti anche della stessa stazione, in alcuni casi è necessario uscire dalla stazione magari per raggiungerne un’altra che si trova di fronte ma che appartiene a un altro gestore. 

È facile quindi capire come, seppure si tratti di un sistema molto ben organizzato, per un turista non sia semplice ambientarsi. Tuttavia in tutte le stazioni sono presenti le mappe e le indicazioni sono riportate anche in inglese. Anche all’interno dei vagoni gli annunci della successiva fermata sono in giapponese e inglese. Ma soprattutto, per qualunque dubbio chiedete al personale in servizio che vi risponderà con gentilezza ed efficienza.

L’accessibilità♿️ è molto buona, ovvero praticamente tutte le stazioni sono dotate di ascensori e, occasionalmente, di altri dispositivi tipo montascale, ed è sempre possibile richiedere assistenza per l’ingresso ai vagoni con rampa. 

Tenete però sempre presente che alcune stazioni di Tokyo sono davvero estese e hanno molte uscite, che possono distare anche centinaia di metri l’una dall’altra, e l’ascensore magari si trova solo in corrispondenza di una o due di queste. Se volete potete trovare in internet le mappe delle stazioni per individuare in anticipo la posizione degli ascensori, perdendo un po’ di tempo nella fase di programmazione, ma recuperandolo con gli interessi durante le giornate di esplorazione (per non parlare del risparmio della batteria se vi muovete con una carrozzina elettrica).

Monorotaia Yurikamone

Il mezzo di trasporto più bello di Tokyo è la monorotaia Yurikamone, una linea sopraelevata automatica che attraversa la Baia di Tokyo. Prendere la Yurikamone è di per sé un’esperienza turistica perché il percorso sopraelevato offre magnifici panorami della baia.

Il servizio, completamente automatizzato, è perfettamente accessibile♿️ anche in carrozzina. Tutte le stazioni sono dotate di ascensori e servizi igienici. L’ingresso ai treni è a livello banchina, senza gradino. 


DORMIRE

Ho trascorso a Tokyo 5 notti alloggiando in due diversi alberghi: il Mystays Kamata per le prime 3 notti e il Remm Hibiya per le ultime 2. Il primo si trova in una zona periferica, ma comunque ben collegata al centro, il secondo invece in centro città. Vi racconto le mie esperienze in termini di accessibilità ♿️ nei due articoli dedicati, che trovate cliccando ai seguenti link:


MANGIARE

L’offerta gastronomica della capitale giapponese è praticamente infinita, sono tantissimi i ristoranti storici così come quelli di stile più moderno, senza dimenticare l’ottimo street food. In un ventaglio di scelta così ampio, sono presenti anche svariati locali accessibili in carrozzina♿️; può capitare che lo spazio tra i tavoli sia un po’ striminzito, ma il personale si farà sempre in quattro per accomodarvi al meglio.


7 COSE IMPERDIBILI (E ACCESSIBILI) DA FARE A Tokyo


1) SHINJUKU

Shinjuku è secondo me uno dei quartieri emblema dello spirito di Tokyo, brulicante di vita e in dinamico equilibrio tra modernità e tradizione, tra frenesia e quiete. La sua stazione è la più trafficata al mondo: ogni giorno circa 3 milioni e mezzo di persone passano dalle sue porte! 

Il primo impatto con Shinjuku è stato con la sua anima moderna, fatta di grattacieli e ampi spazi pedonali. Siamo finiti infatti nel distretto amministrativo, dove è presente anche l’imponente edificio del Governo Metropolitano di Tokyo. Procedendo con l’esplorazione lo scenario cambia rapidamente, le costruzioni si abbassano e compaiono negozi e ristorantini dall’aspetto tradizionale. Ecco un assaggio della doppia natura di Shinjuku (e un po’ di Tokyo nel suo insieme).

Shinjuku ha una buona accessibilità♿️ per visitatori su ruote, grazie a percorsi privi di barriere e, dove necessario, presenza di rampe e ascensori. Anche la sua gigantesca stazione dei treni è fruibile, tuttavia la sua complessità può risultare disorientante, soprattutto alla prima visita: vale la pena dedicare qualche minuto a orientarsi, o ancora meglio chiedere aiuto al personale in servizio.

Il Gatto 3D

Appena fuori dalla stazione di Shinjuku, il primo incontro da ricordare è quello col gattone 3D più famoso del mondo social. Questo simpatico felino virtuale appare su uno schermo LED curvo ad alta definizione di circa 150 m², collocato sulla facciata del Cross Shinjuku Vision, un edificio situato proprio di fronte alla trafficata uscita est della stazione. Ciò che rende speciale questo gatto non è solo la sua dimensione o la qualità del display, ma il realismo dell’animazione 3D. Grazie alla curvatura dello schermo e alla prospettiva calcolata, il gatto dà l’impressione di sporgersi fuori dal palazzo, sbadigliare, camminare su e giù, osservare i passanti e fare varie altre cose buffe come solo i gatti sanno fare.

Il gatto nella cultura giapponese è un simbolo di fortuna e protezione. Proprio come il celebre “maneki-neko“, il gatto che saluta, uno dei souvenir più tipici da mettere in valigia per chi visita il Giappone.

Parco Meiji Jingu

Tra il quartiere di Shinjuku e quello confinante di Shibuya si trova uno dei polmoni verdi di Tokyo: il Parco Meiji Jingu. Si tratta di un bosco artificiale creato nei primi decenni del secolo scorso per opera di volontari che piantarono oltre100.000 alberi donati da tutto il Giappone (anche se la versione odierna deriva dalla ricostruzione realizzata dopo la Seconda Guerra Mondiale). Oggi costituisce un fresco e quieto riparo dalla frenesia di Shinjuku. 

Il parco Meiji Jingu si estende per circa 70 ettari e ospita 365 specie arboree come pini, ginkgo, camphor e zelkova. 

I viali del parco si possono di solito percorrere facilmente anche in carrozzina♿️. In alcuni di essi la carreggiata centrale è sterrata (comunque abbastanza compatta) ma si può evitare passando lungo i lati, dove sono presenti dei comodi marciapiedi (senza gradino) con pavimentazione liscia e stabile. Nel parco sono poi presenti vari servizi igienici accessibili.

Al seguente link  è possibile scaricare le mappe del parco (in inglese) con utili indicazioni sull’accessibilità (e non solo).

Santuario Meiji

Al centro del parco Meiji si trova anche il grande santuario shintoista da cui prende il nome. Il santuario (come tutto il parco) venne realizzato dopo la morte dell’imperatore Meiji (1912) e di sua moglie (1914), e alla loro memoria è dedicato. Durante i 44 anni del “Periodo Meiji” il Giappone passo dall’essere uno stato feudale ad una moderna potenza economica mondiale. Ecco perché questo non è solo un luogo di ispirazione spirituale ma richiama un passaggio fondamentale della storia nazionale.

Il complesso del santuario si compone di una serie di edifici in legno di cipresso, per lo più sviluppati intorno ad un ampio piazzale. Nonostante molti di questi edifici si trovino in posizione rialzata si possono visitare agevolmente anche in sedia a ruote♿️ grazie a delle rampe realizzate sul lato sinistro delle gradinate.

2) SHIBUYA

Shibuya è un altro dei quartieri che meglio manifesta l’irrefrenabile energia della metropoli. Più che un semplice distretto urbano, Shibuya è un simbolo della modernità pop giapponese, un crocevia tra tecnologia, moda, cultura giovanile e vita notturna. 

Al tramonto poi Shibuya si accende. Il quartiere è infatti uno dei centri della vita notturna di Tokyo con i suoi locali di karaoke, i club elettronici, i rooftop bar e le sale giochi. È anche un punto di riferimento per la cultura anime e manga, con negozi dedicati ed eventi.

L’accessibilità ♿️ è generalmente buona, a partire dalla stazione dei treni (dove sono presenti ascensori e servizi igienici), e anche nelle strade, con marciapiedi larghi e alcune zone interdette al traffico veicolare. 

Shibuya Crossing

Appena usciti dalla stazione di Shibuya ci trova a pochi metri dallo Shibuya Crossing, il “Times Square” del Giappone! In questa piazza si trova l’attraversamento pedonale più affollato al mondo: ad ogni giro di semafori, fino a 3.000 persone attraversano contemporaneamente da ogni direzione. La gente si muove in modo davvero caotico, mi ha ricordato un po’ la folla che si sposta in aeroporto.

Per vederlo dall’alto si può entrare nei centri commerciali degli edifici che si affacciano sulla piazza. Io l’ho osservato dallo Starbucks, che si trova in una posizione comoda anche se non tanto in alto.

Hachicko 

Un altro motivo per cui si viene a Shibuya è per incontrare Hachicko, o più modestamente farsi una foto ai piedi della statua. Vi ricordate del film con Richard Gere? Il racconto del cane così affezionato al suo padrone che per anni, anche dopo la sua morte, ha continuato ad aspettarlo alla stazione? Una storia di amore e fedeltà veramente commovente e in grado di smuovere gli animi più duri. 

Ebbene, la stazione di Shibuya è il teatro dove questa vicenda ha realmente avuto luogo. Era il 1923 quando Hidesaburō Ueno, professore presso l’Università Imperiale di Tokyo, adottò un cucciolo di razza akita giapponese. Tutti i giorni per recarsi a lavoro raggiungeva la stazione di Shibuya accompagnato dal suo fedele cane, il quale nel pomeriggio tornava per aspettarne il ritorno. Anche dopo la morte del suo padrone Achi non si è mai rassegnato, tornando per anni tutti i pomeriggi alla stazione ad aspettarlo fino all’ultimo dei suoi giorni, l’otto marzo 1935. 

La statua che lo ricorda è un vero e proprio luogo di devozione al sentimento della fedeltà e al legame indissolubile che talvolta si crea tra animali e persone. 

3) TEMPIO SENSO-JI

Il Senso-ji, nello storico quartiere di Asakusa, è il più antico tempio buddista di Tokyo ed è una meta imperdibile per chi visita la città, non solo per la sua rilevanza religiosa, ma anche per l’imponenza e il fascino del sito. Fortunatamente, nonostante la calca, l’area del Senso-ji ha un ottimo grado di accessibilità ♿️ in sedia a ruote.

Cenni storici

La fondazione del tempio viene fatta risalire al 628, ed è legata ad una leggenda che narra come due pescatori trovarono nel fiume Sumida una statua della divinità Kannon, dea della misericordia e della compassione, e costruirono un tempio a lei dedicato. Durante la seconda guerra mondiale, il tempio fu distrutto nel bombardamento incendiario di Tokyo e venne successivamente ricostruito divenendo un simbolo di rinascita nazionale.

Come arrivare

La stazione della metro più vicina è probabilmente quella di Asakusa, distante poche centinaia di metri. Io sono arrivato usando la Asakusa Line con provenienza da Shimbashi (arrivando da sud in pratica), e ho perso parecchio tempo a trovare l’ascensore perché questo si trova unicamente su un lato della banchina.

La visita

L’entrata del complesso è annunciata dall’imponente Kaminarimon (“Porta del Tuono“) un portale con appesa al centro una gigantesca lanterna rossa con iscrizioni in nero. È un passaggio di grande potenza scenografica e infatti uno dei punti più fotografati del sito.

Superato il Kaminarimon ci si trova all’inizio di una strada fiancheggiata da baracchini che vendono un po’ di tutto, portachiavi, ventagli, kimono, stampe, magliette, street food e chi più ne ha più ne metta: una vera mecca per i turisti. Curiosare e fare un po’ di shopping per i negozietti è davvero piacevole perché la varietà e l’originalità dei prodotti è straordinaria, peccato solo per l’eccessivo affollamento.

Al termine della via dei negozi si incontra un altro portale chiamato  Hozomon (“Porta del Tesoro“) che rappresenta l’ingresso al sito vero e proprio. Proseguendo dritto si incontra il tempio principale, che conserva al suo interno la statua della dea Kannon, ma ci sono anche altre costruzioni molto pregevoli che arricchiscono il complesso religioso, tra cui spicca una pagoda di 5 piani. Ci si muove nell’area percorrendo i vialetti affiancati da alberi e giardini. 

Accessibilità♿️

Il sito del Senso-ji ha un’ottima accessibilità anche per chi lo visita su ruote. Tutte le aree esterne sono in piano e non presentano barriere architettoniche, mentre per accedere alla zona rialzata del tempio principale è disponibile un ascensore (situato a sinistra della facciata). Il problema maggiore è costituito dalla calca che rende difficoltosa e lenta la circolazione, col rischio continuo di essere urtati, soprattutto nella via dei negozietti. Per evitare la folla è possibile passare dai vicoli che danno sul retro delle bancarelle, molto meno battuti, ma così vi perderete la variegata carrellata di negozi. Infine, nel sito sino presenti diversi servizi igienici accessibili .

4) PARCO DI UENO

Se vi trovate a Tokyo tra fine marzo e metà aprile, il Parco di Ueno è uno dei luoghi più belli per assistere all’hanami, il tradizionale evento della fioritura. In questo periodo infatti sbocciano gli oltre 1.000 alberi di ciliegio (sakura) disseminati nell’area, creando uno spettacolo di fiori rosa e bianchi che attira folle di persone.

Oltre ad essere un luogo idilliaco dove immergersi nella natura, con i suoi viali alberati, i laghetti e i camminamenti ideali per passeggiate rilassanti, il parco è forse il principale polo culturale della capitale, perché al suo interno si trovano alcuni tra i più importanti musei di Tokyo e dell’intero Giappone, tra cui:

  • Il Museo Nazionale di Tokyo – Il più grande e antico museo del Giappone, con una collezione straordinaria di arte e manufatti giapponesi.
  • Il Museo Nazionale di Arte Occidentale – Progettato dall’architetto francese Le Corbusier e patrimonio UNESCO.
  • Il Museo Nazionale di Scienze Naturali – Con esposizioni su geologia, biologia e tecnologia.

Quando abbiamo visitato il parco di Ueno, dato che si trattava di una giornata fredda e piovosa, l’idea era proprio quella di dare un’occhiata veloce all’esterno e poi infilarci in un museo, ma poi siamo rimasti ammaliati dalla bellezza del luogo ornato a festa per la fioritura, reso ancora più affascinante dalla pioggia, e nonostante le intemperie l’abbiamo esplorato in modo esteso. Abbiamo solo fatto una tappa (più che altro per scaldarci) in un edificio dove si teneva un’interessante mostra di pittura contemporanea frequentata quasi esclusivamente da giapponesi.

Accessibilità ♿️

Non ho visitato tutto il parco, che è molto vasto, ma per quanto visto è fruibile anche su ruote, grazie a percorsi ben pavimentati. Sono presenti anche dei vialetti in salita (a volte ripidi), che però la maggior parte delle volte possono essere aggirati prendendo vie alternative. 

5) IL PALAZZO IMPERIALE

Nel cuore pulsante di Tokyo, attorniato da moderni grattacieli e arterie trafficate, sorge il Palazzo Imperiale, l’attuale residenza della Famiglia Imperiale Giapponese. Visitare l’interno del palazzo è possibile solo su prenotazione e con una guida autorizzata, e anche così si può vedere solo una parte limitata delle aree interne. Invece è aperto al pubblico il magnifico parco che lo circonda. Si tratta di una vasta area verde che si stende all’interno e all’esterno delle mura di cinta, tra viali alberati, fossati, aiuole, e porte in pietra che tutti insieme regalano agli occhi incantevoli scorci. È anche un luogo perfetto in città per godere dello spettacolo della fioritura primaverile.

Passeggiando per il parco è possibile scorgere dalla distanza alcune parti del palazzo imperiale, e i ponti di accesso (come il famoso ponte a doppio arco Nijubashi), le cui architetture imponenti ne suggeriscono l’importanza.

Storia in breve

Il Palazzo Imperiale sorge sul sito dell’antico Castello di Edo (Edo era l’antico nome di Tokyo), che fu la residenza dello shogun Tokugawa durante il periodo Edo (1603–1868). Dopo la Restaurazione Meiji, la sede del potere fu trasferita da Kyoto a Tokyo, e l’ex castello divenne la nuova dimora imperiale.

Come arrivare

Il parco del Palazzo Imperiale si trova nelle vicinanze della Tokyo Station, ma ci sono anche altre stazioni della metropolitana nei dintorni. Dal momento che l’area del parco è molto vasta, se intendete visitarne solo una parte, valutate quale sia la stazione più vicina.

Accessibilità ♿️

Il parco è facilmente accessibile anche per persone con mobilità ridotta. I percorsi principali sono pavimentati e privi di barriere, tuttavia sono anche presenti zone in salita che possono risultare difficoltose. Se volete visitare le rovine dell’antico Castello di Edo ad esempio bisogna percorrere delle rampe ripide e con pavimentazione un po’ irregolare. Io mi ci sono avventurato ma è una cosa da fare con molta attenzione. Nell’area del parco sono disponibili vari servizi igienici attrezzati per sedie a rotelle. Kyoto in carrozzina

6) ODAIBA

Odaiba è una grande isola artificiale nella baia di Tokyo. Si tratta di un’area residenziale e commerciale di concezione moderna, con edifici dal design originale e vasti spazi aperti. Il luogo ideale per una passeggiata in una bella giornata primaverile. 

L’area è stata realizzata per lo più nella seconda metà degli anni ‘90 secondo standard avanzati per quanto riguarda l’accessibilità ♿️, per cui risulta facilmente fruibile anche in sedia a ruote.

Come arrivare

Odaiba è servita dalla monorotaia Yurikamone, che è davvero un ottimo mezzo per raggiungere l’isola! I treni viaggiano infatti su una linea sopraelevate che offre spettacolari panorami dello skyline della baia di Tokyo passando anche sul famoso Rainbow Bridge.

Cosa vedere 

Il cuore di Odaiba è la promenade, una serie di ampi viali pedonali costeggiati da giardini e aiuole fiorite (almeno in primavera). Lungo la passeggiata si incontrano alcune singolari costruzioni, tra le più iconiche di Tokyo. 

Il primo da menzionare è il Rainbow Bridge, il lungo ponte sospeso (quasi 800 metri) che collega l’isola al quartiere di Minato. Sia che percorriate il ponte a piedi, in auto, o con la monorotaia, da qui si possono ammirare splendidi panorami della baia.

Un’altra sorprendente costruzione è… la Statua della Libertà! Ebbene sì, in quest’area di Tokyo è stata realizzata una copia fedele in scala circa 1/7 della celebre statua newyorchese. Pensata inizialmente come installazione temporanea, in ragione del successo riscosso è diventata poi permanente, rappresentando un simbolo dell’amicizia tra Giappone e Stati Uniti.

Un altro edificio molto scenografico è il Telecom Center che ricorda un po’ l’Arco della Defense a Parigi, sia per la forma ad arco sia per la concezione architettonica moderna. 

Passeggiando lungo la promenade non passa certo inosservato l’edificio sede dell’emittente televisiva Fuji Tv, che sembra uscito da un anime a tema fantascientifico. La struttura architettonica ha una particolare geometria reticolare a blocchi con rivestimenti esterni in titanio. Ma l’elemento più distintivo è sicuramente la grande sfera d’acciaio di 1350 tonnellate che si trova in sommità, dove ha sede un osservatorio.

Gundam

Se siete anche solo vagamente appassionati di manga, oppure semplicemente avete passato l’infanzia in compagnia dei cartoni animati giapponesi, qui trovate un’imperdibile attrazione. Proprio di fronte al centro commerciale Diver City Tokyo si trova un modello in scala 1:1 del robot Gundam. È abbastanza impressionante trovarsi ai piedi di questo colosso metallico alto come un edificio di 7 piani. Durante il giorno il robot subisce più volte una trasformazione passando dalla versione Unicorn a quella Destroyer. La differenza principale sta nel corno sulla testa, che in modalità destroyer si sdoppia in una “V” (come nelle foto).

Il Gundam di Odaiba rappresenta un’altra scintillante manifestazione dell’onnipresente cultura anime-manga giapponese.

7) HIBIYA

Il quartiere di Hibiya non è tra quelli più famosi e visitati di Tokyo, ma, dal momento che il nostro albergo si trovava proprio in questa zona, ho avuto la possibilità di esplorarlo, e devo dire che mi ha molto affascinato. Si trova in posizione centralissima, a ridosso del quartiere finanziario di Marunouchi, ai margini del Parco del Palazzo Imperiale e a pochi passi da Ginza e rappresenta una zona di confine tra scenari urbani contrastanti: da un lato ci sono gli edifici eleganti e ultra moderni frequentati da funzionari governativi e uomini d’affari, e poco più in là i ristorantini tradizionali nascosti sotto i cavalcavia della metro.

L’area è caratterizzata da ampi spazi e possiede anche un suo cuore verde, localizzato nell’Hibiya Park, un raffinato giardino pubblico in stile europeo, ornato con statue, aiuole e viali alberati dislocati tra stagni, ponticelli e padiglioni in stile giapponese. C’è posto anche per una statua di Godzilla, che ci siamo trovati di fronte a poche decine di metri dall’albergo.

Accessibilità ♿️

L’area è perfettamente servita dai mezzi pubblici, grazie alla stazione di Hibiya, connessa a diverse linee della metropolitana. È facilmente raggiungibile anche a piedi dalla Tokyo Station, rendendola una base comoda per esplorare la città.

L’accessibilità per visitatori con mobilità ridotta è buona: stazioni dotate di ascensori, marciapiedi ampi e lisci, ingressi privi di barriere nei centri commerciali e nei parchi, e servizi igienici accessibili nel Tokyo Midtown Hibiya e nel Parco Hibiya stesso. Molti ristorantini tipici (non tutti per fortuna) presentano un gradino all’ingresso.

Ti è piaciuto questo articolo? Seguimi anche su:

Hai domande o suggerimenti? Scrivi a: comunqueinviaggio@gmail.com


Condividi su:

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *