Se Tokyo è frenesia, energia, movimento, contrasto accattivante tra tradizione e modernità, Kyoto incarna invece l’anima più tradizionale del Giappone, un luogo magico dove il tempo sembra rallentare tra maestosi templi, giardini zen perfettamente curati e rituali millenari ancora vivi. Kyoto in carrozzina
Kyoto, famosa anche col soprannome di “città dei mille templi”, è stata per circa mille anni capitale del Giappone, raccogliendo durante questo lasso di tempo un gran numero di tesori appartenenti alla cultura e alla tradizione nipponica. Questo inestimabile patrimonio fortunatamente non ha subito la devastazione dei bombardamenti della seconda guerra mondiale che è toccata ad altre città, e per tale ragione è giunto fino a noi perfettamente conservato.
Ho passato le mie prime 4 notti in Giappone in questa meravigliosa città assaporandone l’atmosfera romantica ed esplorando alcune delle sue principali attrazioni. Passeggiando tra le vie dei quartieri storici si subisce inevitabilmente l’incanto dei suoi paesaggi armoniosi, dei santuari silenziosi e degli scorci che sembrano usciti da un dipinto. È una bellezza unica e raffinata, delicata, fatta di dettagli e atmosfera.
Oltre al suo fascino unico, Kyoto può vantare anche un ottimo livello di accessibilità ♿️ per visitatori con disabilità motorie, come vi racconto nel seguito. Il resoconto della mia esperienza, con tante informazioni sull’accessibilità, è suddiviso in una prima parte in cui riporto informazioni e impressioni generali sull’accessibilità, e una seconda in cui descrivo la mia visita ad alcune imperdibili attrazioni.
Impressioni Generali sull’Accessibilità
7 Cose Imperdibili (e Accessibili) a Kyoto
- Tempio Higashi-Hongan-Ji
- Santuario Fushimi Inari Taisha
- Foresta di Bambù di Arashiyama
- Tempio Kiyomizu-Dera
- Gion
- Ponto-Cho
- Nara
IMPRESSIONI GENERALI SULL’ACCESSIBILITà
ESPLORARE LA CITTA’ SU RUOTE
Nell’area centrale di Kyoto, dove ho pernottato per 4 notti, le strade sono in piano e i marciapiedi sono in genere larghi, lisci e dotati di rampe, quindi comodamente percorribili in carrozzina. Le cose si complicano un po’ nei quartieri più storici, in particolare Higashiyama, dove le strade possono essere strette, talvolta con pavimentazione in pietra irregolare e pendenze accentuate, il che rende la mobilità più difficoltosa. I servizi igienici pubblici accessibili sono tanti, comodi e puliti, e ben distribuiti nella città. Kyoto in carrozzina
MEZZI DI TRASPORTO PUBBLICI
Durante la permanenza a Kyoto ho utilizzato costantemente il sistema di trasporto pubblico (soprattutto metro e treni, eccezionalmente tram e autobus) senza alcun problema. Come in tutto il Giappone, i mezzi sono puntuali e semplici da usare anche per viaggiatori su ruote.Kyoto in carrozzina



Metropolitana
La rete metropolitana di Kyoto è compatta (soprattutto se paragonata a quella di Tokyo) ma funzionale. Si compone di due linee principali, la Karasuma (linea verde) e la Tozai (linea rossa), che si integrano con le altre linee ferroviarie presenti. Per quanto visto è un sistema comodo ed efficiente, che però non copre tutte le aree della città, e a seconda delle destinazioni va integrata con la rete degli autobus. Kyoto in carrozzina
L’accessibilità ♿️ della metropolitana è molto buona. Quasi tutte le stazioni sono dotate di ascensori, e nei rari casi dove non sono presenti sono disponibili montascale azionati dal personale (sempre gentile e preparato). Inoltre nelle stazioni si trovano quasi ovunque servizi igienici accessibili. È sempre possibile richiedere assistenza in stazione per facilitare la salita/discesa dai vagoni con delle rampe portatili che un addetto provvederà a disporre fra treno e banchina.


Autobus
La rete degli autobus di Kyoto costituisce una fondamentale integrazione alle linee della metropolitana. I bus infatti raggiungono zone non servite dalla metropolitana e sono spesso l’unico modo diretto per raggiungere molte delle principali attrazioni turistiche. Io ho preso un autobus per arrivare nei pressi del tempio Kiyomizu-dera altrimenti non raggiungibile in metro.
La maggior parte degli autobus urbani dispone di pedane ribaltabili per facilitare la salita e la discesa delle persone in carrozzina ♿️. All’interno, è previsto uno spazio dedicato con cinture di sicurezza e supporti per garantire stabilità durante il viaggio. Alla bisogna l’autista scenderà per predisporre la pedana. Kyoto in carrozzina
Tram Randen
A Kyoto ho avuto occasione di utilizzare la linea di tram Randen, una vera e propria chicca!, molto utilizzata dai locali e relativamente poco conosciuta dai turisti. La Randen è l’ultima linea tranviaria rimasta a Kyoto, e va dalla zona centro-settentrionale della città (stazione di Shijo-Omiya) alla stazione Arashiyama, nei pressi della celebre foresta di bambù.
Ho scoperto l’esistenza di questo mezzo di trasporto mentre pianificavo il viaggio, e dal momento che il nostro secondo albergo a Kyoto si trovava quasi di fronte alla stazione Shijo-Omiya, e che la foresta di bambù di Arashiyama faceva parte della lista delle cose da vedere, l’opportunità era troppo invitante per lasciarsela sfuggire. Kyoto in carrozzina
La linea Randen venne inaugurata nel 1910, quando la diffusione delle linee tranviarie stava raggiungendo il suo punto massimo, ed è oggi l’unica sopravvissuta, rappresentando un raro esempio di tram urbano elettrico in Giappone ancora in funzione.
È ovviamente una linea più lenta di quelle metropolitane, ma molto suggestiva e ricca di atmosfera sia per quanto riguarda il percorso, che attraversa pittoreschi quartieri residenziali, strade strette, viali alberati, e templi nascosti, sia per quanto attiene gli spazi interni, caratterizzati da carrozze con sedili in stile retrò.
Attenzione però! Non tutte le stazioni intermedie della Randen sono accessibili in carrozzina, mentre lo sono di sicuro i due capolinea (Shijo-Omiya e Arashiyama Station). Se intendete usarla potete verificare l’accessibilità delle stazioni al seguente link https://www.japan-accessible.com/transport/metro/kyoto.htm.
PERNOTTARE
Durante le mie quattro notti a Kyoto ho alloggiato in due diversi hotel, il Kuu Hotel per le prime due notti, e l’hotel Hop Inn Shijo Omiya. Entrambi sono situati in centro, il primo a 10 minuti a piedi dalla stazione, il secondo un po’ più a nord. Vi racconto le mie esperienze in termini di accessibilità ♿️ nei due brevi articoli dedicati, che trovate cliccando ai seguenti link:
7 COSE IMPERDIBILI (E ACCESSIBILI) DA FARE A Kyoto
1) TEMPIO HIGASHI-HONGAN-JI
Questo imponente tempio buddista è stato il nostro primo incontro con la Kyoto storica, in quanto si trova proprio di fronte all’albergo dove abbiamo alloggiato e a pochi minuti a piedi dalla stazione. Kyoto in carrozzina

Il complesso dello Higashi Hongan-ji venne fondato nel 1603 dallo shogun Tokugawa Ieyasu, e rappresenta oggi uno dei templi più grandi e significativi del ramo del buddhismo Jōdo Shinshū.
La facciata orientale è orlata da un canale popolato da grosse carpe, siepi e pini giapponesi. Superato il massiccio portale d’ingresso ci si trova in un ampio cortile di fronte a due imponenti padiglioni in legno. Kyoto in carrozzina
L’edificio principale, sulla destra, contiene al suo interno il Goei-do, la sala dedicata al fondatore della setta, il monaco Shinran Shonin. Si tratta di una delle strutture in legno più grandi al mondo.
Nell’edificio sulla sinistra si trova invece la Sala Amida (Amida-do), in cui è custodito il Buddha Amida.
Accessibilità ♿️
Tutto il complesso è accessibile in carrozzina. Le aree esterne hanno un fondo in ghiaia, ma sono presenti anche dei percorsi con pavimentazione liscia comodamente percorribili su ruote. Un ascensore permette di salire al piano superiore e varie rampe raccordano le diverse sezioni del tempio. Tutto davvero molto semplice. Sono inoltre presenti servizi igienici accessibili. L’ingresso al tempio è gratuito per tutti. Kyoto in carrozzina
Se cercate ulteriori informazioni vi rimando alla pagina web ufficiale (in inglese): https://english.higashihonganji.or.jp/english_top/
2) SANTUARIO FUSHIMI INARI TAISHA
Se avete mai cercato informazioni sul Giappone in internet vi sarà probabilmente capitato di imbattervi nelle immagini di un infinito tunnel di portali rossi che si inerpica lungo un pendio tra i boschi. Si tratta proprio del santuario Fushimi Inari Taisha, uno dei luoghi più iconici del Paese del Sollevante e una tra le più celebri attrazioni turistiche di Kyoto. Proprio per questo (sigh) l’area è sempre affollatissima di turisti e fedeli.

Fondato nel 711 d.C., il Fushimi Inari è il principale tra gli oltre 30.000 santuari dedicati alla venerazione della divinità Inari sparsi in tutto il Giappone. Inari è considerato il protettore dei commercianti e degli agricoltori, del buon raccolto e della fertilità. Le volpi (kitsune) sono le messaggere divine di Inari, ecco perché le loro statue sono ovunque nel santuario, spesso rappresentate con chiavi (dei depositi di riso) o spighe di riso tra i denti.
L’elemento più distintivo del santuario è il sentiero formato da migliaia di torii rossi che si inerpica nella foresta del Monte Inari. Ogni singolo torii è stato donato da privati e aziende in segno di gratitudine o auspicio di fortuna e reca inciso il nome del donatore e la data della donazione. Il percorso completo è molto lungo e impegnativo, e conduce alla cima del Monte Inari, alta circa 233 metri. Kyoto in carrozzina
I torii sono i tradizionali portali giapponesi che introducono ai santuari shintoisti.


Come arrivare
Ho raggiunto il Fushimi Inari prendendo la linea Nara dalla stazione di Kyoto e scendendo alla stazione di Inari (circa 7 minuti), che si trova in pratica di fronte all’ingresso del santuario. Nelle vicinanze c’è anche la stazione di Fushimi Inari, servita dalla Kehian Main Line. Entrambe le stazioni sono accessibili in carrozzina.
Accessibilità ♿️
Il Fushimi Inari è in parte accessibile ♿️ anche per visitatori in carrozzina. L’area si trova alle pendici di una montagnola per cui ci sono molti tratti in salita. In particolare per raggiungere il santuario principale ci sono delle scalinate con delle rampe ai lati. Queste ultime hanno pendenze non lievi per cui vanno affrontate con prudenza, sia che usiate un mezzo elettrico o a spinta manuale (in questo caso serve anche parecchia forza). Un elemento aggiuntivo di difficoltà è la presenza continua di turisti che ostruisce i passaggi: fatevi vedere e sentire bene in modo che vi lascino spazio. Kyoto in carrozzina
L’area dove si trova l’edificio principale è sostanzialmente pianeggiante. La pavimentazione prevalente è in ghiaia stabilizzata con una rete metallica, ma ci sono anche dei percorsi lisci comodi da percorrere su ruote. Qui sono presenti altri edifici ed angoli interessanti, con le testimonianze di devozione dei fedeli. Presso uno dei caseggiati abbiamo anche acquistato il goshuin, il libricino in cui collezionare i timbri in templi, stazioni e altri luoghi, e ottenuto la nostra prima stampa.


Per arrivare all’inizio del sentiero dei torii si sale ancora. Per fortuna è presente un ascensore sul lato destro della collina che permette di bypassare le scalinate. Attenzione: l’ascensore è attivo solo dalle 9:00 alle 15:00, tenetene conto. Una volta saliti, è possibile percorrere solo il primo tratto del sentiero dei torii, fino al primo tempietto dei tanti sparsi nella montagna. Da qui in poi infatti il percorso procede con gradini e diventa impraticabile su ruote. Arrivare fin qui e poi tornare indietro è comunque molto bello e ne vale la pena.
Nella parte inferiore dell’area sono presenti servizi igienici accessibili. Altri servizi igienici sono presenti nella stazione della metro. Kyoto in carrozzina
Se cercate ulteriori informazioni vi rimando alla pagina web ufficiale (in inglese): https://inari.jp/en/
3) FORESTA DI BAMBU’ DI ARASHIYAMA
La foresta di bambù di Arashiyama è un’altra delle meraviglie di Kyoto che non potevo perdere. Il fruscio delle fronde ondeggianti e il sole che fa capolino tra le alte chiome degli alberi creano un’atmosfera magica per chi si avventura tra i suoi sentieri.

La parola giapponese komorebi è un termine poetico che indica la luce del sole che filtra tra le foglie degli alberi, esprimendo anche un senso di calma, bellezza e armonia con la natura


Come Arrivare
È possibile raggiungere la foresta in vari modi, perché nelle vicinanze si trovano diverse stazioni metropolitane e bus. Noi abbiamo raggiunto l’area della foresta con la linea di tram Randen, che passa nei pressi del nostro hotel a Kyoto e che fa capolinea alla stazione di Arashiyama.
La Visita
La stazione Arashiyama è molto animata, piena di negozi con prodotti originali e posti per mangiare cose sfiziose. In corrispondenza della stazione si trova anche la “Kimono Forest” un percorso tra pilastrini cilindrici rivestiti con tessuti tipici usati per il tradizionale kimono giapponese. Il percorso è breve ma suggestivo e si conclude con il Ryu no Atago, una sfera nera decorata con un drago dorato, posata su uno specchio d’acqua riflettente.


Uscendo dalla stazione ci si trova subito nella via principale, piena di negozi di ogni genere, e cibi sfiziosi. Prendendo a sinistra si va per il ponte sul fiume Katsura, mentre a destra in direzione della foresta. Per raggiungerla si imbocca una via in salita che ad un certo punto inizia a infilarsi tra le alte piante di bambù. Da qui si procede per i sentieri all’interno della foresta. Il posto è sempre molto affollato, perché richiama sia turisti internazionali che interni.
Accessibilità ♿️
La visita alla foresta di Arashiyama è per lo più fattibile anche in carrozzina. I fastidi maggiori derivano dal sovraffollamento del sito, mentre alcuni tratti dei sentieri hanno pendenze significative, da affrontare con attenzione. Se per arrivare utilizzate (come ho fatto io) la linea di tram Randen verificate prima l’accessibilità della stazione di partenza. La stazione Arashiyama non presenta problemi di accessibilità e sono presenti servizi igienici fruibili in carrozzina. Il percorso per raggiungere la foresta si svolge in piano, tranne l’ultimo tratto, e su pavimentazioni lisce e stabili. Anche i sentieri nella foresta hanno generalmente pavimentazioni comodamente fruibili in carrozzina, ma alcuni tratti come già anticipato hanno pendenze non lievi.
Se cercate ulteriori informazioni vi rimando alla pagina web ufficiale (In inglese): https://arashiyamabambooforest.com/
4) TEMPIO KIYOMIZU-DERA
Higashiyama è una zona storica a est di Kyoto confinante con le colline, particolarmente suggestiva e ricca di templi e luoghi d’interesse. Proprio qui, arroccato su uno di questo colli, si trova anche il famoso tempio Kiyomizu-dera, un’altra delle imperdibili attrazioni della città, facente parte dei Monumenti Storici dell’Antica Kyoto riconosciuti patrimonio UNESCO. Kyoto in carrozzina


Il suo elemento più distintivo è probabilmente la grande terrazza che si estende dal padiglione principale e che offre un magnifico panorama della città (specialmente durante il periodo della fioritura). La piattaforma, sospesa a 13 metri di altezza sul fianco della collina, è interamente costruita in legno senza l’uso di chiodi. La frase giapponese “lanciarsi dalla veranda del Kiyomizu” deriva proprio da questa terrazza e significa prendere una decisione audace o rischiosa. Kyoto in carrozzina
Il nome “Kiyomizu-dera” , significa letteralmente “Tempio dell’acqua pura“, e deriva dalla cascata Otowa che scorre sotto la collina e che da secoli è considerata sacra.
Il Kiyomizu-dera fu fondato nel 778 d.C., molto prima che Kyoto diventasse capitale del Giappone. L’attuale edificio principale fu ricostruito nel 1633 per volere dello shogun Tokugawa Iemitsu. Il tempio appartiene alla scuola Hossō del buddhismo giapponese, ed è dedicato a Kannon, la dea della misericordia, una delle figure più venerate nella tradizione buddista


Il tempio è composto da numerosi edifici secondari e santuari. Uno dei più curiosi è il santuario Jishu, dedicato al dio dell’amore e dei matrimoni. Qui, i visitatori cercano di camminare ad occhi chiusi tra due pietre sacre poste a distanza di circa 18 metri: se ci riescono, troveranno presto l’amore vero.
Oltre al suo significato religioso, il Kiyomizu-dera è un luogo profondamente immersivo: i sentieri in salita, le lanterne, il profumo dell’incenso e la vista sulla città rendono ogni visita memorabile. Durante eventi stagionali, come la fioritura dei sakura o l’illuminazione notturna autunnale, il tempio si trasforma in un luogo quasi magico.
Come arrivare
Non ci sono stazioni della metropolitana nelle vicinanze del tempio, per cui dovendo prendere i mezzi pubblici è preferibile utilizzare l’autobus (come ho fatto io). Ci sono infatti alcune linee bus con fermate prossime all’area: le linee 206 o 207 (accessibili ♿️) per esempio si fermano all’inizio della via che conduce al tempio.Kyoto in carrozzina
Accessibilità ♿️
Il Kiyomizu-dera è in parte visitabile anche in carrozzina, non senza difficoltà… Si trova infatti sulla sommità di una collina, per cui per raggiungerlo è inevitabile percorrere varie salite. Se la lunga strada che conduce ai piedi della collina ha una pendenza mediamente bassa, i tratti prossimi al santuario sono invece decisamente ripidi: in caso usiate una carrozzina manuale serviranno braccia forti. È consigliabile utilizzare una carrozzina o scooter elettrico, ma anche in questo caso procedere con attenzione e tenere sott’occhio il livello della batteria perché le salite sono davvero energivore. Per cui non fate il mio errore e cercate di raggiungere il sito con la batteria completamente carica se volete sperare di esplorarlo tutto. Proprio per preservare la batteria non mi sono spinto oltre l’area alla base del tempio, ma da qui si sale ancora per continuare l’esplorazione.


Per quanto riguarda la parte che non ho potuto visitare, in base alle informazioni raccolte sul sito accessiblejapan, (a cui vi rimando per maggiori approfondimenti), il tratto che conduce al tempio principale è costituito da una salita ripida e stretta con un dosso molto difficoltoso. Il tempio principale è parzialmente visitabile in carrozzina, in particolare la terrazza è accessibile.
Se cercate ulteriori informazioni vi rimando alla pagina web ufficiale: https://www.kiyomizudera.or.jp/en/
5) GION
Il quartiere di Gion è forse quello, insieme al vicino Ponto-cho, che conserva l’anima più tradizionale di Kyoto. Ancora oggi è infatti uno dei pochi luoghi in Giappone dove è possibile (ma non semplice!) intravedere un’autentica geisha camminare elegantemente verso una casa da tè (ochaya), indossando un kimono colorato e sandali di legno. Per cui, anche se come me avete poco tempo, fate un passaggio tra le vie lastricate di pietra e le case in legno di questo quartiere così ricco di suggestioni. Vi consiglio in particolare una passeggiata lungo la Shirakawa, una strada che costeggia un canale circondato da salici e ciliegi, dove si respira un’atmosfera tranquilla e romantica. La strada è ancora più bella durante il periodo primaverile della fioritura.

Kyoto in carrozzina
Origini
Il quartiere nacque nel periodo Edo come area dedicata all’intrattenimento per i pellegrini in visita al vicino santuario Yasaka. Con il tempo, si sviluppò come uno dei centri principali della cultura delle geisha (a Kyoto chiamate geiko) e delle apprendiste, conosciute come maiko.
Accessibilità ♿️
Sebbene Gion sia una zona storica con marciapiedi stretti, è abbastanza accessibile anche in carrozzina, specialmente lungo la Shirakawa e nelle strade limitrofe. Tuttavia, alcune vie più antiche possono risultare difficili da percorrere a causa di gradini o superfici irregolari.
Molti caffè e ristoranti tradizionali hanno ancora ingressi rialzati, ma si trovano anche strutture che adottano rampe e servizi accessibili. Kyoto in carrozzina
6) PONTO-CHO
Il distretto di Ponto-Cho si sviluppa interamente intorno a una stretta via che corre parallela al fiume Kamo, sul lato opposto rispetto al vicino quartiere di Gion. Lungo la strada si susseguono le basse case in legno che ospitano ristoranti e locali tradizionali, annunciati dalle lanterne appese fuori. Anche qui, come a Gion, sono presenti le case da tè (ochaya) e le dimore delle geishe (okiya). Kyoto in carrozzina


Accessibilità ♿️
La strada principale di Pontocho è pianeggiante e presenta una pavimentazione generalmente liscia e stabile: può essere quindi percorsa senza problemi anche in carrozzina. Ristoranti e altri locali tradizionali spesso hanno un gradino all’ingresso.
7) PARCO DI NARA
La città di Nara si trova molto vicino a Kyoto, una quarantina di km circa, e rappresenta per i turisti la scelta numero per un’escursione in giornata. In verità meriterebbe una visita di un paio giorni per esplorare al meglio il suo enorme patrimonio culturale… ma visto che probabilmente non ne avrete il tempo vale la pena almeno visitare il suo bellissimo parco, per ammirarne i cervi sacri che vi si aggirano liberi, e il magnifico tempio buddista Todai-ji. Il parco è poi un luogo particolarmente indicato in primavera per godere dello spettacolo della fioritura.

Cenni storici
Nara fu la prima capitale permanente del Giappone negli anni tra il 710 e il 794 (cosiddetto periodo Nara), prima di Kyoto. Durante questo periodo fu particolarmente forte l’influenza del buddismo cinese, di cui si trovano tracce nei tanti templi sparsi nel territorio.

Come arrivare
Per raggiungere il Parco di Nara partendo dalla stazione di Kyoto avete a disposizione due opzioni principali: si può prendere la linea Kintetsu e scendere alla stazione Kintetsu Nara, oppure optare per la JR Nara Line, con arrivo alla stazione Nara. Il tempo di percorrenza è abbastanza simile, 45-50 minuti circa, ma la stazione Kintetsu Nara è la più vicina al parco, ragion per cui abbiamo optato per questa scelta.
Appena usciti dalla stazione abbiamo percorso una via in salita (non ripida), piena di bancarelle di stuzzichini, che dopo qualche centinaio di metri si infila all’interno del parco.


I CERVI SACRI
Nara non sarebbe la stessa senza i suoi celebri cervi sacri che vagano liberamente nel parco e qualche volta nelle strade cittadine. Questi eleganti animali non sono solo una curiosità turistica, ma un simbolo del profondo legame che esiste tra la spiritualità giapponese e gli elementi della natura.
Secondo la leggenda infatti i cervi discenderebbero dal dio Takemikazuchi, che giunse a Nara proprio a cavallo di un cervo bianco. Per tale ragione, i cervi sono storicamente considerati messaggeri degli dei e protetti dalla religione shintoista.

Per secoli, uccidere un cervo nella regione era considerato un crimine capitale: ci sono documenti che riportano che chi violava questo tabù poteva essere condannato a morte.
I cervi sono molto docili e ovviamente abituati alla presenza dei visitatori per cui si lasciano facilmente avvicinare e… sfamare. In uno dei numerosi chioschi del parco è infatti possibile acquistare gli speciali biscotti di cui sono particolarmente golosi.
Se siete fortunati vi sorprenderete a ricevere un inchino (proprio così!) da parte di qualche esemplare di questi bellissimi animali.


IL TEMPIO TODAI-JI
Il tempio buddista Todai-ji, un’altra meraviglia del Parco di Nara, fa parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO come uno dei “Monumenti Storici dell’Antica Nara“. Realizzato originariamente nel 752 e poi ricostruito nel XVIII secolo, contiene l’edificio storico in legno più grande al mondo. Si tratta della Sala del Grande Budda (Daibutsu-den), un enorme ambiente di circa 57 metri per 50 m, e un’altezza di 49 metri. Questa sala conserva al suo interno una giganesca statua bronzea del Budda, chiamata Daibutsu (letteralmente: grande Budda), alta circa 15 metri (da seduto…) e pesante 500 tonnellate.

L’edificio originario, andato distrutto da incendi nel corso dei secoli era più grande di circa un terzo rispetto a quello attuale.
L’ingresso accessibile♿️ al tempio si trova sul lato sinistro rispetto alla facciata. Qui si trova una rampa che permette di raggiungere un passaggio sotto il colonnato che delimita il giardino interno. In corrispondenza dell’accesso alla rampa si trova un citofono che dovrete utilizzare per comunicare all’operatore la vostra esigenza e farvi aprire il cancelletto che blocca il passaggio. Prima di eseguire questa opera dovrete però munirvi di biglietto. L’ingresso alla biglietteria si trova a sinistra in facciata e per quanto ricordo non accessibile in carrozzina. Se non c’è con voi qualcuno che possa entrare a fare i biglietti potete chiedere a un addetto del personale di darvi una mano. Il percorso accessibile, nel tratto che costeggia il giardino interno, è alternativo rispetto a quello usato dagli altri visitatori, offrendo la possibilità di scattare bellissime foto senza il disturbo della folla. Una rampa permette poi di raggiungere la Sala del Grande Budda, che al suo interno è completamente in piano.



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