1 Dicembre 2024,
ho avuto l’opportunità e il piacere di prendere parte ad un’escursione di gruppo presso il Monte Arci (OR), uno dei tanti eventi gratuiti pianificati nell’ambito della prima edizione della manifestazione “Monumenti a Ruota Libera” organizzata dall’agenzia cooperativa Trip Sardinia. Monte Arci e Museo dell’Ossidiana
- Partenza!
- Il Monte Arci e l’Ossidiana
- Il Sentiero degli Assioli
- Pranzo a Casa Cauli
- Caffè a Casa Borrelli
- Il Museo dell’Ossidiana
- Rientro
Partenza!
Intorno alle 9:00 di una promettente mattinata, dal punto d’incontro a Cagliari ci siamo messi in moto verso la nostra destinazione, il borgo di Pau in provincia di Oristano, poco meno di 300 abitanti e una posizione strategica per visitare il Parco del Monte Arci. Per spostarci abbiamo usufruito di un mezzo attrezzato per il trasporto di persone in carrozzina♿️ messo a disposizione dalla società L’Arcobaleno di Cagliari.
Il Monte Arci e l’Ossidiana
Il Monte Arci, situato nella provincia di Oristano, è un antico vulcano spento con un’altitudine massima di 812 metri. Oltre che per la ricchezza geologica e la biodiversità, è famoso anche per i suoi giacimenti di ossidiana, che gli hanno fatto avere un ruolo cruciale nella preistoria del Mediterraneo.
L’ossidiana del Monte Arci è un vetro vulcanico naturale, formato dal rapido raffreddamento della lava ricca di silice. Il suo aspetto nero lucente e la sua proprietà di essere tagliata in schegge estremamente affilate ne hanno fatto un materiale prezioso per la realizzazione di utensili e ornamenti fin dal Neolitico. L’ossidiana estratta dalle cave locali veniva lavorata e commerciata in tutto il Mediterraneo, rendendo questa zona un importante centro di scambio.
Oggi il monte è parte del Parco Naturale del Monte Arci, un’area protetta caratterizzata principalmente dalla macchia mediterranea, con boschi di lecci, sughere e corbezzoli, che offre rifugio a numerose specie di fauna locale, tra cui cinghiali, volpi, martore e rapaci.
Il Sentiero degli Assioli
Dopo una breve sosta a Pau, siamo risaliti sui veicoli e in pochi minuti abbiamo raggiunto la nostra destinazione all’interno dell’area boschiva del Monte Arci. Accompagnati dalle guide ambientali Giovanni Pischedda e Roberto Caddeo abbiamo percorso il “Sentiero degli Assioli”, il primo sentiero tematico naturalistico dedicato ai rapaci notturni della Sardegna, ideato proprio da Giovanni. Lungo il sentiero si incontrano i vari pannelli divulgativi che presentano le principali specie di rapaci presenti nel territorio sardo spiegandone le caratteristiche e i comportamenti. Le nostre guide si soffermano ad ogni pannello e ci raccontano i segreti di civette, gufi, barbagianni e compari, arricchiti di interessanti aneddoti provenienti dalla loro esperienza.
Il tracciato è tutto sommato fruibile♿️ anche da persone con ridotta mobilità e in particolare da utilizzatori di sedia a ruote, con alcune precisazioni. Per arrivare dallo spiazzo del parcheggio all’inizio del sentiero bisogna percorrere a ritroso la strada asfaltata per un tratto di circa 200 metri con pendenza non lieve. Il fondo sterrato del percorso, seppure per lo più ben tenuto e pianeggiante, presenta anche dei passaggi in pendenza e qualche tratto un po’ sconnesso. Tenuto conto di queste osservazioni mi sento di consigliare la presenza di un accompagnatore se si utilizza una carrozzina manuale, oppure l’uso di un mezzo elettrico ben stabile. Io con la mia carrozzina elettrica sono riuscito, con un po’ di attenzione, a fare tutto il percorso in autonomia.
Pranzo a Casa Cauli
Terminata l’escursione in natura è quasi ora di pranzo. Come da programma dunque torniamo a Pau per dirigerci alla sede locale del C.E.A.S. (Centro di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità della Sardegna) Parco dell’Ossidiana. La sede si trova a Casa Cauli, una vecchia abitazione privata poi donata al Comune e ristrutturata. Si tratta di una casa rurale campidanese cui si accede da un portale ligneo che immette nell’ampio cortile. Nello spazioso loggiato frontale è già pronta la tavolata a cui prendiamo posto. Il pranzo è ovviamente a base di prodotti sardi: pecorino, olive e salame per iniziare, poi fregola con verdure e infine carne e salsicce alla brace con melanzane; il tutto accompagnato da vino, acqua e altre bevande. Come frutta ci vengono offerti i mandarini colti sul momento dagli alberi presenti nel cortile: quando si dice filiera corta!
Gli spazi descritti sono accessibili anche in sedia a ruote♿️: non ci sono infatti barriere all’ingresso della proprietà mentre un pedanato in legno consente di attraversare il cortile e raggiungere il loggiato. L’interno dell’edificio (dove sono presenti i servizi igienici) presenta alcuni passaggi stretti.
Caffè a Casa Borrelli
Per il caffè ci spostiamo verso il bar Casa Borrelli, poche decine di metri più in là. Anche in questo caso si tratta di una tradizionale casa campidanese ristrutturata e trasformata in un bar-caffetteria dall’atmosfera intima e suggestiva. Il locale è completamente accessibile in sedia a ruote, sia per quanto riguarda lo spazio cortilizio esterno che l’interno, sia per i servizi igienici.
Il Museo dell’Ossidiana
Dopo il caffè siamo pronti per l’altro momento topico della giornata, la visita al Museo dell’Ossidiana. Questo piccolo museo inaugurato nel 2010 è un unicum in Italia, nonché il secondo museo al mondo (l’altro è in Giappone) interamente dedicato all’ossidiana. Il museo racconta in modo coinvolgente la storia di questo straordinario vetro vulcanico che fu una delle risorse naturali più preziose della Sardegna preistorica, affermando il ruolo del Monte Arci come uno dei principali centri di produzione e diffusione nel Mediterraneo.
Il percorso museale si articola in quattro sale principali che, attraverso pannelli, reperti archeologici, ricostruzioni e contenuti multimediali, svelano i segreti dell’ossidiana: i processi geologici all’origine della sua formazione, le diverse tipologie conosciute a livello globale, le antiche tecniche di lavorazione, e il suo utilizzo.
È presente inoltre un’interessante galleria con manufatti moderni realizzati in ossidiana da artigiani sardi che ne reinterpretano l’uso e la lavorazione.
La visita al museo non sarebbe stata così coinvolgente senza la presenza di Giulia Balzano, archeologa e Responsabile della Comunicazione e Promozione del museo. Con la sua passione e profonda conoscenza della materia ci ha letteralmente trasportato nella preistoria sarda per iniziarci all’antica tecnica della “scheggiatura”, ovvero l’arte di lavorare l’ossidiana per estrarre dalla sua anima schegge sottili e affilate. Queste “schegge” si ottenevano, in sintesi, colpendo la superficie di un blocco grezzo, detto “nucleo”, con vari strumenti, e imprimendo la giusta angolazione e forza a seconda del risultato che si intendeva raggiungere. I “percussori” potevano essere in materiale duro, come quarzo o pietra dura, per le fasi iniziali di sbozzatura, oppure morbidi, come legno o corno, per ottenere risultati più precisi.
Il museo è completamente accessibile per visitatori in sedia a ruote ♿️. L’ingresso, rialzato rispetto al piano stradale, si raggiunge con una rampa esterna, mentre le sale espositive interne si trovano su un unico piano privo di barriere architettoniche. Sono disponibili servizi igienici accessibili. Sono inoltre presenti pannelli in Braille per visitatori non vedenti.
Per maggiori info (orari, prezzi, ecc.) rimando alla pagina ufficiale, al seguente LINK.
Rientro
È tempo di rincasare. Stanco ma decisamente soddisfatto della giornata raggiungo con il resto della comitiva i mezzi che ci riportano a Cagliari.
Ti è piaciuto questo articolo? Seguimi anche su:
Hai domande o suggerimenti? Scrivi a: comunqueinviaggio@gmail.com