Museo di San Marco a Firenze – Accessibilità in Carrozzina

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Molto meno conosciuto rispetto agli Uffizi o alla Galleria dell’Accademia, il Museo di San Marco a Firenze è un gioiello che merita certamente una visita, per vari motivi. Museo di San Marco a Firenze – Accessibilità

Per la bellezza e autenticità della location prima di tutto, si tratta infatti di un autentico ex convento domenicano che ha svolto un ruolo non trascurabile nella storia rinascimentale della città. La realizzazione del convento fu fortemente voluta da Cosimo il Vecchio  de’ Medici, che nel 1437 commissionò la ristrutturazione di un preesistente edificio al suo architetto di fiducia Michelozzo.

Per l’importanza di almeno due personaggi che segnarono la vita artistica e politica di Firenze nel XV secolo e che qui vissero e svolsero la loro attività. Il primo di questi è il frate Giovanni da Fiesole, meglio noto alla storia come Beato Angelico, pittore eccelso e autore di numerosi capolavori di arte sacra conservati nel museo. La seconda celebrità è frate Girolamo Savonarola, predicatore rivoluzionario che fu priore del convento dal 1491 al 1498, anno della sua esecuzione.

Un’altra ragione per visitare il museo è la piacevolezza delle atmosfere silenziose e rilassanti che si respira al suo interno, ma soprattutto nei chiostri, favorite dall’armonia architettonica degli spazi e dalla bellezza delle opere pittoriche distribuite un po’ ovunque.

Non guasta certo il fatto che il museo sia accessibile ♿️ anche per visitatori in sedia a ruote. Nel seguito vi racconto l’esperienza della mia visita (5/07/2024).

Indice degli Argomenti Principali

Come sempre riporto un breve indice utile per meglio navigare l’articolo. Sarà una lettura breve e auspicabilmente piacevole, ma se vi interessano solo gli aspetti legati all’accessibilità potete saltare direttamente all’ultimo punto.


Il Chiostro di Sant’Antonino

L’ingresso del museo si trova in Piazza San Marco n°3, proprio di fianco alla chiesa. Superata la biglietteria si entra nel porticato del chiostro di Sant’Antonino, subito accolti da un’atmosfera di silenziosità e raccoglimento. Il chiostro fu realizzato sotto la guida di Michelozzo e rappresenta un esempio perfetto dell’armoniosa architettura rinascimentale, fatta di linee pulite a definire spazi equilibrati e luminosi. Sulla parete in fondo al porticato si incontra il primo degli affreschi del Beato Angelico, la “Crocifissione con San Domenico“, caratterizzato da uno stile essenziale che rimanda alla semplicità e austerità della vita monastica. L’artista è autore anche degli affreschi delle cinque lunette sopra le porte.

Il chiostro prende il nome da Sant’Antonino Pierozzi, arcivescovo di Firenze nel XV secolo e figura di spicco dell’ordine domenicano.


La Sala del Beato Angelico

Una delle porte del chiostro immette nella Sala dell’Ospizio, oggi ribattezzata Sala del Beato Angelico; originariamente destinata all’accoglienza e all’assistenza dei pellegrini e dei poveri, oggi raccoglie alcune delle opere più straordinarie del pittore. Oltre a vari dipinti su tavola sono esposte diverse pale d’altare; tutte le opere sono state sottoposte a ristrutturazione in tempi recenti rivelando colori intensi e una grande luminosità grazie anche al fondo in foglia d’oro.


La Sala del Capitolo (con la Piagnona)

Un’altra delle sale che si affacciano sul chiostro è la Sala del Capitolo, originariamente destinata alle riunioni dei frati domenicani. Qui, i monaci si riunivano quotidianamente per discutere questioni amministrative, prendere decisioni comunitarie e ascoltare letture spirituali. Sulla parete di fronte all’entrata campeggia un altro degli affreschi più famosi del Beato Angelico: La Crocifissione

L’altro elemento caratterizzante della sala è la presenza di una voluminosa campana, originariamente situata sul campanile del convento di San Marco. Si tratta di una campana particolare, nota come la “Piagnona“, la cui storia è strettamente legata ai moti riformisti del Savonarola alla fine del XV secolo ( i cui seguaci venivano appunto chiamati “piagnoni“). La storia racconta che la Piagnona subì un vero e proprio processo da parte della comunità fiorentina per aver scampanato l’allarme quando i fiorentini si recarono al convento per arrestare Girolamo Savonarola condannato per eresia. La Piagnona, considerata un simbolo del potere del predicatore, fu dapprima staccata dal campanile e lasciata precipitare sui tetti del convento, poi trascinata e frustata per le vie della città e infine esiliata! Solo nel 2000 è tornata nel Museo di San Marco.


Il Refettorio Piccolo

Da qualche hanno è visitabile la sala detta Refettorio Piccolo, dove si trova un altro dei capolavori del museo: il Cenacolo, opera del pittore Domenico Ghirlandaio (e bottega). Si tratta di un grande affresco, raffigurante l’ultima cena di Cristo, che colpisce per il forte effetto prospettico, la bellezza delle figure, l’armonia della rappresentazione e la cura dei dettagli.


La visita prosegue al piano primo del museo. Per raggiungerlo si segue un interessante percorso accessibile  che costeggia il piccolo chiostro dei Silvestrini e passa sotto un antico portale fino ad un ascensore. Museo di San Marco a Firenze – Accessibilità


La Biblioteca

La biblioteca, anche questa opera di Michelozzo, è una lunga sala a tre navate scandite da sottili colonne che custodisce una straordinaria collezione di manoscritti e libri rari. Su entrambe le pareti è disposta una sequenza di finestre che forniva l’illuminazione indispensabile all’attività dei monaci amanuensi. La biblioteca non solo fu un centro di studio teologico e conservazione della conoscenza, ma diventò anche un luogo di condivisione e diffusione dello scibile, diventando la prima biblioteca aperta al pubblico del mondo moderno. All’estremità opposta della sala una porta immette nei corridoi del dormitorio.


Il Dormitorio

Su una parete sulla sinistra a pochi metri dall’ingresso al dormitorio si trova un altro capolavoro del Beato Angelico, forse l’opera più celebre del museo di San Marco, ovvero l’affresco dell’Annunciazione. Altri importanti affreschi sono presenti sulle pareti dei 3 corridoi, come La Madonna delle Ombre e Il Crocifisso di San Domenico.

La firma dell’Angelico (e allievi) si ritrova anche all’interno di ognuna delle 44 celle del dormitorio. In ogni cella è infatti presente un affresco ispirato alle Storie di Cristo che voleva essere d’ispirazione alla preghiera e alla meditazione. 

In fondo ad uno dei corridoi si trova la cappella del priore, oggi dedicata alla raffigurazione del Savonarola. Qui è collocato in particolare un ritratto in terracotta policroma del predicatore attribuito a Marco della Robbia e risalente alla fine del XV secolo.

Notevole è anche la bellissima copertura lignea sorretta da imponenti capriate.


Accessibilità ♿️ 

Il Museo di San Marco è visitabile da persone con disabilità motorie. All’ingresso del museo è presente un alto gradino, ma richiamando l’attenzione di un operatore, questi provvederà a sistemare una rampa in legno che permette di oltrepassarlo. La biglietteria è proprio all’ingresso: in ogni caso per la persona con disabilità ed eventuale accompagnatore il biglietto è gratuito. Pochi metri più avanti ci si ritrova nel Chiostro di Sant’Antonino, dove non ci sono barriere architettoniche. Tutti gli ambienti che si aprono sul chiostro hanno un gradino ma in ognuno è presente una rampa. Il piano superiore, dove sono presenti la biblioteca e il dormitorio, è raggiungibile con un ascensore. Questo si trova fuori dai percorsi turistici e va trovato e utilizzato con l’aiuto di un operatore. L’ascensore ha dimensioni limitate (non rilevate) per cui non tutte le carrozzine potranno entrare. Nel passaggio tra biblioteca e dormitorio c’è un gradino ma è presente una rampa. Le celle dei monaci hanno porte d’ingresso molto strette, dunque non sempre accessibili per visitatori in carrozzina. Al piano terra sono presenti servizi igienici fruibili da persone con disabilità motorie.

Ingresso al bagno disabili.
Interno bagno disabili.

Per ulteriori info vi rimando alla pagina web del Ministero della Cultura.


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