Terminata la visita al sito archeologico di Pompei, c’è ancora qualche ora di luce crepuscolare utile per una breve escursione verso il Parco Nazionale del Vesuvio. È la prima volta che vedo un vulcano così da vicino, e non un vulcano qualunque.
Sterminator Vesevo
Il Vesuvio, ancora attivo sebbene dormiente dall’ultimo fenomeno eruttivo del 1944, è da sempre uno dei vulcani più celebri e temuti, soprattutto per aver impresso un segno indelebile nella storia del mondo romano antico con la distruzione di Pompei, Ercolano e Stabia nel 79 d.C.
Purtroppo sì vede anche molta sporcizia lato strada e nelle piazzole, intollerabilmente troppa sporcizia se si pensa che siamo in un parco nazionale. Davvero un peccato.
Mentre la strada provinciale Ercolano-Vesuvio si inerpica verso l’area del cratere attraverso scenari di nera roccia lavica, la salita verso la sommità diventa anche un viaggio emozionale. Con l’altitudine e dietro ogni tornante si fa più intenso il silenzio e di pari passo le suggestioni derivate dalla storia di distruzione indissolubilmente legata al vulcano. Mi tornano in mente alcuni brani della poesia “La Ginestra”, in cui la reputazione di “sterminator Vesevo” viene cantata nei versi immortali del Leopardi.
“Qui su l’arida schiena
Del formidabil monte Sterminator Vesevo,
La qual null’altro allegra arbor né fiore,
Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti.”
(G. Leopardi, “La Ginestra“)
Creator Vesevo
Nel primo tratto di salita, i tornanti stradali sono scanditi da grandi sculture di forte impatto visivo, che non passano certo inosservate. Scopro trattarsi dell’esposizione permanente “Creator Vesevo”, inaugurata nel 2005 e composta da 10 opere in lava vulcanica realizzate da altrettanti artisti diversi da tutto il mondo, avente come tema centrale il territorio vesuviano. Il nome di questo suggestivo museo a cielo aperto dovrebbe avere lo scopo di promuovere la vocazione generatrice di vita e fertilità del vulcano, in opposizione a quella devastatrice. Tuttavia alcune opere in particolare, cupe e inquietanti, sembrano invece ribadire la sensazione di vaga minaccia che qui si percepisce.
Il tempo inesorabile – Johannes Grützke
Gli occhi di Napoli – Lello Esposito
L’antenato – Vladimir Velickovic
Nella Valle del Gigante
Proseguendo a salire l’aria inizia a odorare di sulfureo. Gli alberi si mostrano spogli e grigi per la difficile convivenza con gli umori fumosi che circolano nella caldera, mentre la vegetazione bassa, per lo più ginestre e valeriana rossa, si sparge ovunque incurante. Siamo nella Valle del Gigante, l’altopiano situato proprio alle pendici del Gran Cono vesuviano, dove fumi sulfurei aleggiano bassi tra la vegetazione creando un’atmosfera onirica.
Forse non tutti sanno che. Il Vesuvio, nella forma in cui lo conosciamo oggi, non esisteva nel 79 D.C. Chi fu dunque in realtà responsabile della devastante eruzione? Il più antico vulcano Somma! Al centro dell’ampio e piatto cratere del Somma sorge oggi il Cono del Vesuvio, che ha avuto origine proprio dalle espulsioni laviche avvenute in quella occasione. L’area vulcanica è infatti più propriamente chiamata complesso Somma-Vesuvio.
All’interno del Parco del Vesuvio sono presenti vari sentieri che consentono una immersione tra le bellezze naturalistiche dell’area. In particolare, dal Piazzale a quota 1000 m s.l.m. parte il sentiero del Gran Cono, che girando intorno all’orlo del cratere, garantisce viste uniche e spettacolari. Per una panoramica completa dei percorsi di cui è possibile usufruire si può fare riferimento alla pagina ufficiale del Parco a questo link. Vista l’ora tarda non è stato purtroppo possibile provare a percorrere qualcuno dei sentieri, ma la via del ritorno ci consola regalando viste mozzafiato del tramonto sul golfo di Napoli.
Accessibilità. Non ho potuto personalmente testare le condizioni di accessibilità dei sentieri del Parco del Vesuvio per i motivi già descritti. Si tratta comunque generalmente di percorsi impervi e quindi impraticabili ai disabili motori. Tuttavia dalle mie ricerche risulta che la parte iniziale del sentiero del Monte Somma (Sentiero n°3), il cosiddetto “Stradello della via Traversa”, sia stata resa accessibile per un tratto di 800 metri circa.
18 Agosto 2020, Parco Nazionale del Vesuvio, Napoli