La Rossa. La Dotta. La Grassa. Gli storici soprannomi con cui è universalmente conosciuta Bologna sono forse anche la sua più efficace presentazione, perché ne individuano con immediatezza i principali tratti distintivi.
La Dotta. A Bologna è stata fondata nel XI secolo la più antica Università del mondo occidentale. Questo ha favorito il diffondersi di una cultura aperta e cosmopolita di cui si ha un facile riscontro dialogando con gli abitanti. Ma ha anche impresso un segno fondamentale nello sviluppo urbano, soprattutto nella realizzazione dei bellissimi portici, come vi spiegherò meglio più avanti.
La Rossa. Vista dall’alto Bologna è tutta una sfumatura di colori caldi dove prevale il rosso dei tetti in cotto e dei mattoni con cui furono realizzati palazzi e torri in epoca medievale. A partire dal secondo dopoguerra poi ”la Rossa” è divenuta anche un’accezione politica, a testimoniare il forte orientamento a sinistra della città. Infine rosse sono anche la Ferrari e la Ducati, che insieme a Maserati e Lamborghini, tutte nate da queste parti, fanno di Bologna la capitale dei motori.
La Grassa. Fermatevi a mangiare in una delle tante trattorie in centro, assaggiate la gustosa e ricca cucina a base di piatti e prodotti locali famosi in tutto il mondo. Tra lasagne, tortellini, tagliatelle, parmigiano, mortadella, prosciutto, gnocco fritto e tanti altri non avrete che l’imbarazzo della scelta!
Cultura, storia, inventiva, gastronomia ma non solo. Il capoluogo emiliano, come vedremo, è una città piena di curiosità e leggende disseminate nei secoli tra i vicoli torti del centro storico.
Non ultimo, Bologna é anche una città accessibile, dove traspare una grande attenzione per le problematiche di persone a ridotta mobilità, e visitabile in gran parte anche da viaggiatori in sedia a ruote.
Ecco di seguito la mia personale lista delle 10 cose imperdibili e accessibili da fare a Bologna!
- Piazza Maggiore
- Basilica di San Petronio
- Fontana del Nettuno
- Le Due Torri
- I Portici
- Cucina Emiliana
- Complesso delle Sette Chiese
- Il Ghetto Ebraico
- La Piccola Venezia
- Fiere & FICO
1) Piazza Maggiore
È il cuore pulsante del centro storico, animata da un incessante scorrere di vita alimentato dalle tante vie che vi si immettono. È anche il luogo più identitario di Bologna, dove avvengono le manifestazioni e gli eventi più importanti. Ed è infine uno spazio di libera espressione per chiunque, nello spirito aperto e ospitale della città emiliana.
La piazza è circondata da alcuni tra i più importanti edifici storici della città. Sul lato lungo della piazza, ben distinguibile per la sua fila di portici, si trova il Palazzo del Podestà, storica sede del governo cittadino risalente al 1200. Il Palazzo è completato dalla Torre dell’Arengo e dall’adiacente Palazzo Re Enzo. Due vie coperte separano questo vasto aggregato architettonico incrociandosi nel cosiddetto Voltone del Podestà, posto proprio al di sotto della Torre dell’Arengo e un tempo luogo delle impiccaggioni pubbliche. Qui è anche possibile sperimentare un particolare effetto acustico. Ponendosi in uno dei quattro angoli alla base della volta si possono sentire i sussurri emessi da qualcuno all’angolo opposto. Questa “magia” si dice venisse sfruttata dai monaci nel Medioevo per confessare i lebbrosi senza rischiare il contagio. Quindi non sorprendetevi di vedere qualche turista apparentemente “in castigo”!
Proprio di fronte al Palazzo del Podestà troneggia la gigantesca facciata bianca e nera della Basilica di San Petronio, grande incompiuta di cui vi parlerò presto.
In direzione ovest si trova invece il Palazzo d’Accursio, attualmente sede del Comune di Bologna e di un complesso museale. Più recente rispetto agli altri è il Palazzo dei Banchi, sul lato est, con l’elegante facciata realizzata dal Vignola.
Al centro della piazza è presente il cosiddetto “crescentone”, una piattaforma leggermente sopraelevata in graniti bianchi e rosa. Il nomignolo popolare deriva dalla sua forma somigliante alla tipica focaccia bolognese (la crescente, appunto). Da queste parti tutto parla di cibo a quanto pare!
Secondo una leggenda molto popolare tra gli studenti universitari porta sfortuna percorrere la piazza in diagonale. Meglio dunque non sfidare la sorte se ti vuoi laureare in tempi ragionevoli e passare lungo gli angoli!
♿️ Accessibilità. Come detto, l’area centrale della piazza (il “crescentone”) risulta in posizione rialzata, è perciò presente un gradino che ne delimita i confini. Sono presenti comunque alcune rampe che permettono di accedervi senza problemi.
Per raggiungere il Voltone del Podestà bisogna passare dall’ingresso lato Piazza del Nettuno: nessuna barriera.
2) Basilica di San Petronio
La Basilica di San Petronio è l’edificio di culto più importante di Bologna (ma non ne è il Duomo), dedicata al patrono cittadino.
Quando dal crescentone ti soffermi a osservarne la mole dominante su Piazza Maggiore intuisci subito che qualcosa non quadra. L’enorme facciata si presenta divisa in due fasce: di un bianco marmoreo nella rifinita parte inferiore, scura sopra, con mattoni a vista lasciati “al grezzo”. Tale originalità non deriva da una discutibile scelta architettonica, bensì da motivi molto più prosaici.
Facciamo un passo indietro.
La costruzione dell’edificio iniziò nel 1390 su iniziativa della città, che ambiva a realizzare una chiesa più grande di San Pietro a simboleggiare la potenza e la libertà di Bologna, che era allora tra le città più popolose d’Europa. Nei decenni successivi tuttavia risultò difficile far fronte alle ingenti spese che l’opera ciclopica richiedeva, anche perché la Chiesa di Roma, contrariata dall’iniziativa autonoma dei bolognesi, fece di tutto per osteggiarne il completamento. Pertanto i progetti originari furono ridimensionati e alcune parti rimasero a lungo incompiute. La facciata è la manifestazione evidente di questa incompiutezza, rendendola però segno distintivo nella sua originale bellezza.
La Basilica è comunque oggi la quarta chiesa più grande d’Italia, con dimensioni da capogiro: 132 metri in lunghezza, 66 in larghezza, 47 in altezza. E in effetti, superato l’ingresso, ciò che colpisce subito è la vastità dello spazio interno, scandito dalle enormi colonne in mattoni. Lungo le due navate laterali si aprono 22 cappelle; vale la pena citare la Cappella Bolognini (o Dei Magi), decorata, tra gli altri, con affreschi del Paradiso e dell’Inferno, decisamente familiari a chi, come me, ha sfogliato versioni classiche illustrate della Divina Commedia.
Qualche altra curiosità su questa chiesa da primati.
- È la chiesa gotica in mattoni più grande al mondo.
- All’interno si trova la meridiana di Cassini, realizzata nel 1657, la più grande al mondo.
- Sull’altare maggiore è collocato l’organo a canne più antico d’Italia
♿️ Accessibilità. Sul lato destro della chiesa (Via dé Pignattari) è presente una rampa che permette di raggiungere il portale d’ingresso. L’interno della chiesa è tutto in piano, ad eccezione delle cappelle laterali e dell’altare.
È possibile accedere alla terrazza panoramica mediante un ascensore raggiungibile dall’ingresso su Piazza Galvani. Purtroppo al momento della visita non ne ero al corrente e me lo sono perso. Voi non ripetete il mio errore!!
Per orari e biglietti: https://www.basilicadisanpetronio.org/orari/
3) Fontana del Nettuno
La maestosa Fontana del Nettuno, risalente al 1566, è forse il monumento più iconico di Bologna, insieme alle Due Torri. E situata nell’omonima piazza, adiacente a Piazza Maggiore. La statua in bronzo del dio venne realizzata dallo scultore fiammingo Giambologna, ed è alta 3,20 metri. Se il tridente che stringe nella mano destra vi sembra familiare è anche perché, tra le altre cose, è diventato il simbolo del marchio automobilistico Maserati, fondato qui a Bologna.
Circola un famoso aneddoto sulla statua, a cui è legata un’altrettanto famosa illusione ottica… Per ragioni di pubblica decenza, le autorità ecclesiastiche imposero al Giambologna di realizzare fuori proporzione le parti intime del Nettuno, rimpicciolendone le dimensioni. Lo scultore, sebbene riluttante, obbedì, ma per “vendicarsi” mise in atto un singolare artificio visivo. Ponendosi alle spalle della fontana, in un preciso punto verso l’edificio della Sala Borse, la mano del dio protesa in avanti all’altezza del pube sembrerebbe il membro in erezione!
Io ho provato a trovare il punto giusto per mettere a nudo (è proprio il caso di dirlo!) lo scabroso segreto… giudicate voi il risultato!
4) Le Due Torri
Eccome se pendono!! Sono il simbolo stesso di Bologna, le Due Torri, che viste da quaggiù sembra cerchino timidamente di sfiorarsi come due amanti indecisi. Sono entrambe da primato: la Torre degli Asinelli, con i suoi 97,20 metri, è la torre pendente medievale più alta al mondo, mentre la Garisenda, alta “solo” 48 metri, è la torre più pendente d’Italia con i suoi 4 gradi di inclinazione.
Durante il Medioevo numerose torri vennero erette a Bologna a manifestare il potere delle più importanti famiglie cittadine. Tra queste ultime comparivano gli Asinelli e i Garisendi, che nel corso del XII secolo diedero il via alla costruzione delle due torri in Porta Ravegnana.
Arrivarono ad essere oltre un centinaio le torri svettanti sopra il centro urbano bolognese, di cui solo 22 sono arrivate fino ai nostri giorni.
La fama della pendenza della Garisenda era ben nota già in epoca medievale, tanto da essere cantata da Dante Alighieri in alcune terzine dell’Inferno (XXXI Canto):
Qual pare a riguardar la Carisenda
sotto ‘l chinato, quando un nuvol vada
sovr’essa sì ched ella incontro penda;
[…]
Alla Torre degli Asinelli è legata un’altra leggenda del mondo universitario bolognese. Mai raggiungerne la cima prima di aver concluso il ciclo di studi oppure si rischia di rimanere impelagati a vita con gli esami! Bisogna anche ammettere che i 498 gradini sono un buon deterrente!
♿️ Accessibilità. La Garisenda non è visitabile causa lavori di restauro. La Torre degli Asinelli è aperta al pubblico, ma con i suoi 498 gradini (e senza ascensori posticci) è inaccessibile per chi ha problemi motori. Si tratta di costruzioni antiche, dagli spazi molto contenuti, dove è molto complicato realizzare un ascensore (anche se esistono dei progetti) senza deturpare l’opera: per come la vedo io, bisogna starci.
È comunque molto bello godere della loro splendida vista anche dal basso.
5) Passeggiare sotto i Portici
Bologna è anche la città dei portici, che rappresentano in un certo senso la manifestazione architettonica dell’anima calda e accogliente della città. I lunghi porticati del centro storico infatti creano passaggi protetti dalle intemperie e al tempo stesso spazi di incontro e socialità.
I temi decorativi, colonne, capitelli, pavimentazioni, arcate, cambiano più volte anche lungo la stessa via, contribuendo alla bellezza di questi percorsi coperti e raccontando un pezzo della loro storia.
Nessuna città al mondo ha così tanti portici come Bologna (più di 40 km solo nel centro storico). Ma come hanno avuto origine? Tutto ha inizio nel XI secolo con la nascita di quella che ad oggi è considerata la più antica università al mondo, l’Alma Mater Studiorum di Bologna. Ne conseguì un grande afflusso in città di studenti e una richiesta sempre crescente di alloggi. Per soddisfare tale richiesta molti cittadini bolognesi trovarono il modo di ampliare le abitazioni mettendo in atto di fatto un abuso edilizio (si, lo so, tutto ciò suona molto “italiano”!). Prolungando le travi in legno del solaio del primo piano realizzarono dei volumi aggiuntivi, in pratica come dei balconi coperti, che affittarono agli studenti.
Successivamente vennero realizzate le colonne di supporto ai volumi sporgenti, e nel corso del tempo le originarie strutture lignee vennero generalmente sostituite da più robusti elementi in pietra o muratura. L’iniziativa si diffuse rapidamente e ben presto risulto evidente l’utilità urbanistica di queste vie protette dalla pioggia. Fu quindi il Comune stesso, nel 1228, a decretare l’obbligo secondo cui tutte le nuove abitazioni dovessero prevedere il portico.
Ad oggi rimangono ancora a Bologna alcuni esempi di portici con le originarie strutture medievali in legno, ad esempio nella facciata di Casa Seracchioli, in via Santo Stefano, oppure nella più famosa Casa Isolani in Strada Maggiore.
Dal 2021 i meravigliosi portici bolognesi sono anche Patrimonio UNESCO, un grande riconoscimento alla loro unicità. Non tutti però! Solo alcuni, considerati particolarmente significativi, sono entrati nelle prestigiose liste. Se vi interessa scoprire quali li trovate a questo link.
♿️ Accessibilità. Non posso garantire per tutti i 40 km di portici del centro storico, ma per quanto potuto sperimentare direttamente i portici intorno a Piazza Maggiore, via Santo Stefano, ex ghetto ebraico, via dell’Indipendenza, sono percorribili anche in sedia a ruote. I dislivelli che talvolta si incontrano, sono generalmente superati con degli scivoli, senza gradini. 0
6) Provare la Cucina Emiliana
Se siete a dieta vi consiglio caldamente di rimandare la vostra visita a Bologna! I piatti della cucina emiliana sono favolosi, con ingredienti orgogliosamente originari di quelle fertili terre padane e magnificamente ricchi. E per quanto potuto sperimentare anche al giusto prezzo, il che non guasta. Nella zona del Quadrilatero, proprio accanto a Piazza Maggiore, nonostante il continuo viavai di avventori tra le tante trattorie, non avrete difficoltà a trovare un tavolino a cui sedervi, come è capitato a me per cena.
Abbiamo trovato posto in un tavolino all’aperto dell’osteria Quadrilatero in via degli Orefici, che naturalmente propone cucina tipica emiliana. Ho iniziato con un antipasto di friggione, salsa a base di cipolle e pomodoro, servita su fette di pane abbrustolito.
A seguire un abbondante piatto di tortellini (potevano mancare??) ricoperti da crema di parmigiano. Infine, non pago del montepremi calorico già raggiunto, una bella cotoletta alla bolognese con contorno di patate arrosto. Ricordo che quest’ultima consiste in una cotoletta di vitello impanata e fritta, con sopra una fetta di prosciutto, formaggio parmigiano grattugiato in abbondanza e brodo di carne ad amalgamare il tutto: non proprio un’insalatina verde diciamo, ma davvero gustosa. Il tutto, manco a dirlo, accompagnato da buon vino Sangiovese.
Ovviamente poi c’è tutto il resto. Sono così tanti i prodotti e i piatti tipici emiliani che è difficile fare un elenco esaustivo: le lasagne, le tagliatelle, il ragù, lo gnocco fritto, tanto per citarne qualcuno. E come non citare i magnifici taglieri di salumi (con Sua Maestà Mortadella!) e formaggi, rigorosamente da accompagnare con crescentine e tigelle, le tradizionali focaccine bolognesi.
Quindi, iniziate ad allentare la chiusura della vostra cintura, e godetevi il cibo emiliano!
7) Basilica di Santo Stefano (Complesso delle Sette Chiese)
Arrivando in Piazza Santo Stefano ciò che si nota come prima cosa, in fondo alla piazza, è la facciata di una chiesa costeggiata da cipressi. Oltre quella facciata si nasconde il più interessante edificio di culto di Bologna, la Basilica di Santo Stefano, meglio conosciuta come “Sette Chiese”. La Basilica è in effetti composta dalla giustapposizione di ben 7 diversi edifici di culto realizzati in epoche diverse.
Il primo di questi, cui si accede direttamente dalla facciata principale del complesso, è la Chiesa del Crocefisso, costruita nel VIII secolo dal re longobardo Liutprando. L’interno è composto da un’unica navata, al cui termine si può accedere al presbiterio e alla cripta. Questi ultimi, oggi facenti parte della Chiesa del Crocefisso erano originariamente a loro volta due chiese indipendenti: rispettivamente la Chiesa di San Giovanni Battista e la Chiesa de’ Confessi. Nella cripta (antica Chiesa de’ Confessi) sono conservate le reliquie dei SS. Vitale e Agricola, a cui é intitolata la più antica (V secolo) delle chiese del complesso.
Quest’ultima si affaccia anch’essa su Piazza Santo Stefano ma in posizione più defilata. Letteralmente incastrata tra la Chiesa del Crocefisso e la Chiesa dei SS Vitale e Agricola, si trova la Basilica del Sepolcro, edificata per volontà del vescovo Petronio (si, proprio quello della grande chiesa in Piazza Maggiore) nel V secolo ad imitazione della chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Uscendo dalla basilica del Sepolcro e percorrendo il cosiddetto Cortile di Pilato, si va incontro alla Chiesa del Martyrium. Questa è suddivisa in cinque navate e due sole campate: questa particolarità conferisce all’edificio una forma ”schiacciata” in pianta. E infine, oltre il chiostro medievale, troviamo l’ultima delle sette chiese, la piccola Chiesa della Benda. Edificata nel Rinascimento, deve il suo nome alla sacra benda qui conservata, che secondo la tradizione sarebbe stata indossata dalla Madonna.
♿️ Accessibilità. La pavimentazione acciottolata di Piazza Santo Stefano risulta molto scomoda da attraversare in carrozzina. Per fortuna sono presenti alcune direttrici rettilinee realizzate con lastre lisce: passando da qui nessun problema. L’interno del complesso purtroppo è scarsamente accessibile. È possibile visitare la Chiesa del Crocifisso, ma non il presbiterio e la cripta, cui si accede tramite scale. Ugualmente, per accedere alle altre chiese sono presenti delle barriere architettoniche.
8) Il Ghetto Ebraico
Lasciandosi alle spalle le due torri, si può infilare Via de’ Giudei, immettendosi nell’antico ghetto ebraico bolognese. Il quartiere ha caratteristiche piuttosto distinte rispetto al resto della città e vale la pena esplorarlo.
Ci si trova così magicamente in un dedalo di viuzze sghembe, di case con facciate colorate dalle finestre alte e strette. Addentrandosi sempre più all’interno del quartiere si incrociano vie dai nomi evocativi, tra cui spicca l’inquietante Via dell’Inferno (il cui nome ha origini incerte), un tempo la via principale del ghetto nonché sede di botteghe, officine e mercati.
♿️ L’accessibilità del quartiere è abbastanza buona. I percorsi sono pianeggianti o in leggera pendenza; la pavimentazione è regolare e ben mantenuta ma con ampi tratti in selciato, dove è necessaria maggiore attenzione e qualche sforzo in più.
9) La Piccola Venezia
Anche Bologna ha la sua “piccola Venezia”!
A partire dal Medioevo in città venne realizzato un sistema di canali, alimentato principalmente dai fiumi Po e Reno, per fornire acqua e energia meccanica alla città. Il dislivello altimetrico che da sud (dove sono le colline) a nord caratterizza la città favorisce uno scorrimento rapido delle acque e una maggiore capacità di alimentare le pale dei numerosi mulini da grano che erano ubicati lungo il percorso.
Le vie d’acqua sono state poi quasi completamente coperte nel dopoguerra nell’ambito di un processo di riqualificazione urbana.
Oggi nel centro storico sono ancora presenti solo alcuni tratti del Canale delle Moline tra via Oberdan, via Piella e via Malcontenti. Qui, ben nascoste dietro le facciate principali dei caseggiati, sono ancora visibili le ultime tracce dell’antica città d’acqua.
Il punto d’osservazione più gettonato per andare a scoprire questo piccolo segreto della città felsinea è sicuramente l’ormai celebre “finestrella di via Piella”. Su un muro apparentemente cieco è mimetizzata (ha lo stesso colore della parete) una finestrella che si apre magicamente sul canale, scrosciante e stretto tra le colorate facciate interne delle abitazioni. Anche sul lato opposto della via è visibile il canale, ma questa piccola apertura è diventata oramai “virale” tra i turisti e non è infrequente trovare lunghe file per poter fare una foto. Qualcosa di simile a quello che succede a Roma con la scultura della Bocca della Verità.
E poiché quando sono arrivato in via Piella mi sono imbattuto proprio in questa situazione, non vi nasconderò che ho lasciato perdere l’intasata finestra e mi sono goduto la vista della piccola Venezia dall’altra parte della strada, con calma e senza ressa.
♿️ Accessibilità. La finestrella è posizionata in alto, va bene per un osservatore in piedi, mentre da posizione seduta risulta difficile. Si può comunque osservare il canale sul lato opposto della via oppure da via Oberdan: nessuna barriera.
10) Fiera & FICO
Si lo so, non si tratta esatta di un’attrazione turistica, ma il polo fieristico bolognese propone tanti eventi davvero interessanti, e se visitate la città vale sicuramente la pena scoprire quale manifestazione sia in corso.
La mia visita a Bologna Fiere ha coinciso con l’evento EXPOSANITÀ , dal tema “Prodotti, servizi, iniziative per la disabilità, l’ortopedia, la riabilitazione”, che a me interessava particolarmente. Ma tantissime altre, e di tutti i generi, sono le proposte che potrete trovare nel corso dell’anno.
Se poi l’esperienza gastronomica bolognese non ha ancora placato il vostro appetito, non lontano dal quartiere fieristico c’è FICO (l’acronimo di Fabbrica Italiana Contadina) Eataly World, il parco tematico sul cibo più grande d’Italia. Qui potrete intraprendere un viaggio nel gusto tra le prelibatezze prodotte nel belpaese. Non solo ristoranti, pizzerie, street food, dove provare prodotti tipici delle cucine regionali, ma anche fattorie, fabbriche e allevamenti dove scoprire come nascono e vengono lavorati i cibi che troviamo sulla nostra tavola.
♿️ Accessibilità. L’area fieristica è priva di barriere architettoniche e completamente acceessibile. Se arrivate in auto, sono presenti parcheggi riservati ai titolari di pass disabili all’ingresso di Piazza Costituzione. Su richiesta sono a disposizione gratuita delle carrozzine manuali per persone a ridotta mobilità. Vi consiglio comunque di verificare le condizioni degli accessi e dei mezzi a disposizione in relazione allo specifico evento, perché potrebbero esserci differenze. Ovviamente sono presenti numerosi servizi igienici accessibili all’interno dei padiglioni. Anche FICO è completamente accessibile.
TRIP TIPS
MANGIARE. Al punto 6 ⬆️ il racconto della mia molto soddisfacente esperienza col cibo a Bologna.
DORMIRE. Durante la mia permanenza ho alloggiato in un bungalow completamente accessibile presso il Camping Resort Città di Bologna (zona Fiere). Qui di seguito la mia recensione ➡️.
IN AUTO. Le autovetture al servizio di persone con disabilità in possesso dello specifico contrassegno possono circolare nella ZTL registrando la targa del veicolo. Di seguito il link al servizio del Comune di Bologna con tutte le istruzioni e i moduli per fare richiesta di registrazione ➡️.