Un Giro in Provenza (2/2) – Camargue

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Una coppia di cavalli bianchi pascola pigramente tra le distese d’erba ondulate al vento e le pozze d’acqua leggermente increspate. Un cavaliere d’Italia, sfidando il mistral, si alza in volo oltre un canneto. L’aria si riempie di gracidii e starnazzi provenienti dallo stagno oltre le canne. 

Ecco un’immagine tipica della Camargue, vasta area umida nella Francia meridionale sul delta del Rodano. Subito a sud di Arles il fiume si biforca nei due rami (quello di sinistra viene chiamato Piccolo Rodano) che hanno modellato nei secoli questa zona lagunare e ne costituiscono anche i confini.

È una zona completamente piana (il punto più alto sul livello del mare è a 4 metri!), fertilissima e dalla straordinaria biodiversità. I campi coltivati a riso e gli allevamenti lasciano il posto a stagni e paludi man mano che ci si avvicina al mare, dove si incontrano saline e spiagge incontaminate. La posizione strategica per i flussi migratori degli uccelli tra Africa e Nord Europa rende questa zona un punto d’approdo ideale per tantissime specie. Nell’area camarguese sono poi presenti alcune suggestive cittadine: Saintes Maries de la Mer è un po’ la capitale della Camargue, ne racchiude lo spirito gitano e le tradizioni più antiche; Aigues Mortes, intatta dentro le sue imponenti mura medievali; Le Grau-di-Roi, vivace località balneare e grande porto turistico. E non mancate ovviamente una visita ad Arles, (qui il mio articolo) coi suoi monumenti romani patrimonio UNESCO e gli scorci che ispirarono Van Gogh.

Di seguito gli highlights del mio breve giro in Camargue.

Tori neri e cavalli bianchi

I cavallini bianchi di cui ho parlato nell’introduzione sono autoctoni della regione (razza Camargue), e si sono perfettamente adattati nel tempo alle condizioni umide di questo ecosistema: statura contenuta, elevata resistenza e zoccoli larghi ne favoriscono la mobilità tra i campi acquitrinosi.
Una curiosità: cavalli di razza camarguese nel 1991 sono stati introdotti nella Riserva Naturale Foce dell’Isonzo, in Friuli Venezia Giulia. 

Anche i tori sono caratteristici della regione, e sono oggetto di una certa venerazione da parte della popolazione locale. Una vera e propria tauromania! Vengono allevati soprattutto per le tradizionali corse camarguesi, che si svolgono nel periodo tra aprile e ottobre (stagione taurina) di ogni anno. Una coccarda viene fissata sulle corna del toro e i partecipanti devono riuscire a prenderla (rimanendo incolumi!). Si tratta di eventi molto sentiti, di cui i tori  sono i protagonisti e non le vittime designate (come accade invece nella tradizionale corrida spagnola).

Entrambe le specie vengono allevate allo stato brado, ma tutti gli esemplari sono comunque marchiati a fuoco per identificare la mandria cui appartengono.

Parco ornitologico di Pont de Gau

È una delle tappe imperdibili di una visita nella Camargue. Si raggiunge percorrendo la D570 in direzione Saintes Maries-de-la-Mer. Una volta entrati nel parco, il percorso esplorativo si dipana lungo sentieri sterrati ben mitigati tra canneti e folta vegetazione, da cui è possibile osservare gli uccelli con un minimo disturbo. Tra aironi, cicogne, cavalieri e garzette, per gli amanti del bird watching questo è un vero paradiso terrestre! Oltre a quelle citate è possibile osservare svariate altre specie avicole, ma certamente le primedonne in questo teatro ornitologico sono i fenicotteri rosa. In mezzo agli stagni grandi stormi rumoreggiano riempiendo l’aria dei propri versi. Da alcuni punti di osservazione è possibile “spiarli” incredibilmente da vicino e ammirarne la peculiare bellezza.  

Accessibilità

Il parco è molto esteso ma già il circuito principale (2 ore circa) offre un’esperienza più che soddisfacente ed ha una buona accessibilità anche in carrozzina. Il percorso è infatti più o meno tutto in piano e, benché sia sterrato, ha un fondo compatto e ben mantenuto. Evitare magari la visita dopo forti piogge: il fondo fangoso renderebbe molto più ardua la circolazione.

Salin de Giraud

Gli scenari delle saline hanno il fascino dei luoghi immobili, silenziosi e lunari dove il tempo sembra scorrere allentato. 

Le saline più grandi d’Europa si trovano proprio qui, nella zona ad est, dove il grande Rodano termina la sua corsa. 

Percorrendo la D36, ben prima di raggiungere la cittadina di Salin de Giraud, si intravedono le grandi montagne di sale. La loro dimensione acquista volume man mano che ci avviciniamo, fino a rivelarne l’impressionante imperiosità al di sopra delle sconfinate vasche della laguna

Le saline sono però celebri soprattutto per un’altra meraviglia. Nel periodo tra aprile e ottobre la laguna si colora di mille sfumature di rosa! Il fenomeno è causato dalla presenza di un’alga che, quando stimolata dall’elevata salinità, produce un carotenoide che conferisce all’acqua la particolare colorazione.

Purtroppo, avendo visitato la zona a novembre, non ho avuto la fortuna di assistere a questo strabiliante spettacolo. Un buon motivo per tornare!

Finita la visita, avrete due possibilità sulla via del ritorno: percorrere a ritroso la D36, o in alternativa, se siete diretti verso est (direzione Aix-en-Provence), potete svoltare per Bac de Barcarin e imbarcarvi sul battello che ogni tanto quindici minuti attraversa il Rodano regalandovi una fugace prospettiva del territorio visto dal fiume.

Le Grau-du-Roi

La luce del crepuscolo ha già iniziato a diffondersi sbiadendo il confine tra mare e cielo davanti a noi. Un rituale quotidiano sta per ripetersi a Le Grau-du-Roi, deliziosa cittadina balneare nel distretto di Gard. Il rientro in porto dei pescherecci è annunciato dai crescenti garriti dei gabbiani lungo il molo, attirati dal fresco carico pescato.
Le Grau-di-Roi è una località dall’aspetto moderno e accogliente, si trova nella Petite (“Piccola”) Camargue, la regione più ad ovest della vasta area umida. Oltre ad essere uno dei maggiori porti turistici d’Europa, è pure una rinomata stazione balneare, grazie alle sue immense spiagge di dune.

Non c’è modo migliore di godersi il tramonto che passeggiando sulla promenade o fermandosi per un aperitivo, possibilmente a base di bollicine, nei dehors dei tanti bar fronte mare, sempre clima permettendo. In fondo alla passeggiata, nello slargo in cui converge anche il molo dei pescherecci, è stata installata una statua dal forte potere evocativo. “L’Experance”, questo il nome dell’opera, raffigura madre e figlia, mano nella mano, mentre scrutano l’orizzonte in attesa di qualcosa (forse proprio l’arrivo dei pescherecci?). La statua è un omaggio alle donne della Camargue, realizzata nel 2014 dall’artista Ali Salem.

Accessibilità

La passeggiata davanti alla Rive Gauche è facilmente fruibile anche da viaggiatori in sedia a rotelle.

Trip Tips

Alcuni link utili se volete approfondire su Camargue Arles e Provenza:

Mio articolo su Arles—->

https://www.provenzafrancia.it

https://www.lonelyplanetitalia.it/articoli/consigli-di-viaggio/il-meglio-della-camargue

http://www.parcornithologique.com


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